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3 giugno 2011

I dieci mondi dell'umano spirito

La seconda edizione di Toccata e fuga. Incontri musicali intorno a un pianoforte in transito, intitolata I dieci mondi dell'umano spirito, è consistita in cinque concerti pianistici tenuti da Marco Palasciano nella sala Liani del Museo Campano dall'8 novembre al 4 dicembre 2005 (all'epoca la comunità scientifica ancora considerava ufficialmente Plutone un pianeta; altrimenti Palasciano lo avrebbe probabilmente sostituito con la Terra, intesa come ricettacolo del mondo infero).

Questi i concerti:
1. Marte|Venere
2. Mercurio|Nettuno
3. Urano|Plutone
4. Giove|Saturno
5. Sole|Luna
Di concerto in concerto, Palasciano non avrebbe eseguito altro che improvvisazioni, traendo spunto per esse (così come nel concerto del 2003 Nel salotto futurista dialogando con l’artista) dall'interazione con il pubblico in sala, tra un brano musicale e l'altro «conversando piacevolmente con gli spettatori alla maniera di J.S. Bach al Caffè Zimmermann». Così dichiaravano i vari programmi di sala:
Alla musica potranno associarsi consone suggestioni letterarie, storiche, del quotidiano ecc. proponibili sia dal pubblico sia dall’Accademia.
L'importante era che si restasse sui temi basilari di ciascuna puntata. Lo spunto generale dell'evento erano i pianeti moralizzati della mitologia astrologica (si pensi anche a I pianeti di Gustav Holst), trattare dei quali voleva essere un modo di «esaurire» nell’arco dei cinque appuntamenti «la rappresentazione del cielo mentale umano». Palasciano avrebbe trattato dei pianeti per coppie oppositive, secondo lo schema della ruota assiologica palascianiana nella versione dell'epoca (per la precisione una ruota esperienziale), dedicando un concerto a ciascuna coppia. A ciascun pianeta si sarebbero associati dieci temi base, da intendersi complementari – uno per uno – ai dieci temi base del pianeta complementare:

Marte|Venere:
ego|altro, potere|amore, violenza|tenerezza, rabbia|mitezza, odio|sorriso, urlo|canto, armi|fiori, barriere|ponti, oppressione|comunione, conflitto|pace
Mercurio|Nettuno:
logica|follia, informazione|nonsense, calcolo|caso, burocrazia|fantasia, economia|gioco, dodecafonia|danza, razionalismo|religione, macchine|magia, mnemotecnica|droghe, realtà|sogno
(Si confronti con la Ruota di cinque anni più tardi, e si noterà come «burocrazia|fantasia» preannunci «Burocrazia|Arte», «economia|gioco» preannunci «Mercato e politica|Gioco», e «macchine|magia» preannunci «Tecnica|Magia».)
Urano|Plutone:
cultura|natura, libertà|necessità, filosofia|paura, scienza|fame, arte|escrementi, genio|genitali, educatori|madri, esploratori|Cerbero, stelle|caverne, hybris|innocenza
Giove|Saturno:
vitalità|morte, felicità|malinconia, giovinezza|vecchiaia, erotismo|ascetismo, divertimento|fatica, comicità|pianto, robustezza|malattia, enogastronomia|carestia, lusso|povertà, palazzi|carceri
Sole|Luna:
azione|contemplazione, esternazione|introiezione, colori|chiaroscuro, fuoco|ghiaccio, giorno|notte, maschile|femminile, Marte|Venere, Giove|Saturno, Mercurio|Nettuno, Urano|Plutone
(Si confronti con la Hypnerotomachia Palasciani d'un anno e mezzo prima, e si noterà come «colori|chiaroscuro» discenda dalla scenografia del Sole e della Luna onirici.)
Insomma Plutone rappresentava il mondo dell'animalità, Marte il mondo della violenza, Saturno il mondo del dolore, Mercurio il mondo della logica, Urano il mondo del progresso, Venere il mondo dell'amore, Giove il mondo del piacere, Nettuno il mondo dell'irrazionale.

La sintesi finale dei dieci mondi (o loro «coincidentia oppositorum») non era altro che l'uomo, e l'elemento che gli si opponeva dialetticamente – filosofava l'ultimo programma di sala – è l’inconoscibile (con ciò intendendo che la specie umana sarebbe essenzialmente gnoseocentrica).

(A proposito di complementarità: casualmente nella sala che ospitava l'evento, intitolata al pittore settecentesco Francesco Liani, in diversi quadri dello stesso si trovava effigiato un Messia dalle vesti per metà rosse e per metà azzurre, tali probabilmente a simboleggiare la complementarità del mondo ctonio e del mondo uranio; nel punto medio fra i quali – a dire di Ficino – si situa giusto l'uomo, «copula mundi».)

Manifesto di I dieci mondi dell'umano spirito. Più sotto, nel corpo del testo, per
ogni concerto è riportata l'immagine del rispettivo programma di sala; cliccatele
per ingrandirle e seguire l'evoluzione dello schema in cui erano sistemati i mondi.

1. Marte | Venere (8 novembre): improvvisazioni «marziali» (temi: ego, potere, violenza, rabbia, odio, urlo, armi, barriere, oppressione, conflitto ecc.) alternate con improvvisazioni «veneree» (temi: altro, amore, tenerezza, mitezza, sorriso, canto, fiori, ponti, comunione, pace ecc.). Furono improvvisati dodici brani, sopra i seguenti spunti:

Marte:
● Acredini, inciuci e ipocrisie nella piazza di Capua, con finale speranza di restaurazione morale
● Il bombardamento di Capua del 1943 e la successiva contemplazione delle rovine
● Il combattimento di Achille ed Ettore
● Una litigata tra due vasciaiole
Marcia
Venere:
● Ninna nanna
● Un amore felice che dissolve il tedium vitæ
● Sulla poesia Antimateria
● Una dedica amicale (probabilmente a uno degli amici presenti)
● L'amore paterno
Paolo e Francesca
Marte e Venere insieme:
● Un amore tormentato à la Werther
● San Francesco e il lupo
● Un pianista che suona, giovani che rumoreggiano sul fondo della sala, e un signore di mezza età che esprime il suo disdoro (pièce suggerita dal signore medesimo)
● L'amore innevato di Edward «mani di forbice» e la turba inferocita che invade il maniero
Il concerto sarebbe dovuto durare un'ora, ma l'entusiasmo del pubblico fece sì che si protraesse per circa due ore, fino all'ora di chiusura del Museo Campano.

2. Mercurio | Nettuno (15 novembre): improvvisazioni «mercuriali» (temi: logica, informazione, calcolo, burocrazia, economia, dodecafonia, razionalismo, macchine, mnemotecnica, realtà ecc.) alternate con improvvisazioni «nettuniane» (temi: follia, nonsense, caso, fantasia, gioco, danza, religione, magia, droghe, sogno ecc.). Furono improvvisati quindici brani, sopra i seguenti spunti:

Mercurio:
● Un mondo di robot
● Una mattinata tra i burocrati
● Un labirinto
● La vita arida di un razionalista
● Una concatenazione di varie serie dodecafoniche
Nettuno:
● Carnevale
● Una beghina
● L’isola dei lotofagi
● L’estasi di santa Teresa
● Chopin drogato
● La fiaba di Cappuccetto Rosso
● L’emergere di una psicopatia
Alice all’inseguimento del Coniglio Bianco
Mercurio e Nettuno insieme:
● Una casalinga di fronte al nulla dell’esistenza
Sade che tenta di organizzare una recita nel manicomio di Charenton
3. Urano | Plutone (22 novembre): improvvisazioni «uranie» (temi: cultura, libertà, filosofia, scienza, arte, genio, educatori, esploratori, stelle, hybris ecc.) alternate con improvvisazioni «ctonie» (temi: natura, necessità, paura, fame, escrementi, genitali, madri, Cerbero, caverne, innocenza ecc.). Propedeuticamente al concerto, gli spettatori sono stati portati a visitare la sala delle Matres Matutæ, «suggestione indispensabile per entrare nella sfera plutonica, legata alla visceralità ctonia dei misteri della nascita e della morte». Non ci è giunto l'elenco dei brani improvvisati, ma solo degli spunti suggeriti dal programma di sala: «per Urano: monologo di Ulisse dal canto XXVI dell'Inferno, utopie, astronavi, biblioteche, Giordano Bruno ecc.; per Plutone: Matres Matutæ, Eden, biologia ecc.; per Urano e Plutone insieme: Gargantua e Pantagruel, sagre della primavera, scienziati nazisti ecc.». Una delle improvvisazioni realizzate era sicuramente ispirata al monologo di Ulisse.

La più antica delle Matres conservate al Museo.

4. Giove | Saturno (29 novembre): improvvisazioni «gioviali» (temi: vitalità, felicità, giovinezza, erotismo, divertimento, comicità, robustezza, enogastronomia, lusso, palazzi ecc.) alternate con improvvisazioni «saturnine» (temi: morte, malinconia, vecchiaia, ascetismo, fatica, pianto, malattia, carestia, povertà, carceri ecc.). Non ci è giunto l'elenco dei brani improvvisati, ma solo degli spunti suggeriti dal programma di sala: «per Giove: Reggia di Caserta, Salomè, Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo il Magnifico, Olimpiadi antiche, pizza ecc.; per Saturno: peste del 1348, Giacomo Leopardi, depressione ecc.; per Giove e Saturno insieme: Il controdolore di Palazzeschi ecc.».

5. Sole | Luna (4 dicembre): improvvisazioni «solari» (temi: azione, esternazione, colori, fuoco, giorno, maschile, Marte, Giove, Mercurio, Urano ecc.) alternate con improvvisazioni «lunari» (temi: contemplazione, introiezione, chiaroscuro, ghiaccio, notte, femminile, Venere, Saturno, Nettuno, Plutone ecc.). Durante il concerto Palasciano diede tra l'altro lettura dei versi conclusivi del Paradiso di Dante, e recitò a memoria il monologo di Ulisse dal canto XXVI dell'Inferno. Furono improvvisati dodici brani: quello iniziale senza spunto, giusto per scaldarsi le mani, e i successivi sopra i seguenti spunti (tra cui, a richiesta del pubblico, quattro già usati nei concerti precedenti, ma derivandone improvvisazioni nuove):

Sole:
● Una dedica al miglior amico
● La visione di Dio da parte di Dante
Luna:
● Pensieri di un soggetto melanconico
● Fantasia su Alla luna di Leopardi
● Una foresta di folletti e d'altre misteriose creature
● La Regina delle Nevi nel suo remoto castello
● Una dedica a Melania Barone
Altri mondi:
● Una litigata tra due vasciaiole (Marte)
● Il bombardamento di Capua del 1943 e la successiva contemplazione delle rovine (Marte)
● Un mondo di robot (Mercurio)
● Gli eventi narrati da Ulisse nel canto XXVI dell’Inferno di Dante (Urano)