La parola Palascianopedia va letta con l'accento sull'ultima i [palaˌʃanopeˈdia]. – Le voci già create sono in continuo aggiornamento: se qualcuna apparisse lacunosa, provate a tornare a consultarla dopo qualche tempo (o consultate, qui, direttamente Marco Palasciano). – I passi in grassetto rimandano alle voci più utili a integrare quella in lettura. Se una voce cui si rimanda non è presente in elenco, né alcun link dà accesso a essa (nel caso di una sotto-voce), è ancora da creare.

25 dicembre 2012

traduzionalismo

Il traduzionalismo, da non confondere con il tradizionalismo, è un modo amichevole di affrontare le affermazioni di un credente religioso, da parte di un interlocutore non credente, che consiste nel tradurle dal linguaggio religioso in quello filosofico.

Esempio di discorso sul traduzionalismo, dall'incontro n. 15 di Arca Arcanorum:
Dire che Gesù fosse Dio non è in fondo un grande errore: tutti siamo “Dio”, lato sensu. Le cose che i credenti dicono – purchè non siano in cozzante contrasto con il vero, come quando si lasciano andare alla sessuofobia – reinterpretiamole, e si vedrà che talvolta dicono le stesse cose di noi filosofi. Si muti prospettiva d’osservazione, di lettura [...].
Dall'incontro n. 5 di Arca Arcanorum:
Filtrate. Infine è solo un problema di linguaggio: amiamo le stesse cose ma le definiamo in modi diversi, oppure chiamiamo con lo stesso nome cose diverse. Non badate all’accidente, ma alla sostanza. [...] Il problema grosso è quando mancano i concetti. Ancor peggio è quando ci sono di mezzo pensieri meschini o paranoici. Ma quando si ha a che fare con persone buone e gentili, non ha importanza la loro posizione epistemica.

4 novembre 2012

Euristicon. Le nozze di Ragione e Fantasia

Euristicon. Le nozze di Ragione e Fantasia è stato un corso di Marco Palasciano sulla propria filosofia, il terzo, ovvero il quarto festival-laboratorio palascianiano di scienza, filosofia, poesia, arti varie, gioco e umana armonia, articolato in dodici lezioni-spettacolo susseguitesi dall'8 ottobre al 22 dicembre 2012 in Capua, nella sala eventi di Palazzo Fazio (messa a disposizione da Capuanova e Il Pendolo) e in quella della libreria Guida Capua (a Palazzo Lanza), a cura dell'Accademia Palasciania.

Di séguito ecco l'elenco delle dodici lezioni. Le prime due sono consistite in una sintesi delle dodici lezioni-spettacolo del corso del 2011 De natura mundi. L'interpretazione del mondo in ottanta giorni.
1-2. De natura mundi. L’interpretazione del mondo in ottanta giorni

3. Uno scarafaggio esce da un carillon e inizia a divorare un libro. Serata di giochi e di ricerca euristica

4. Musica lato sensu: la sfera delle Muse. Dalla tassonomia delle arti al trionfo della volontà sulla meccanica

5. La regola del maestro di Borges. Laboratorio di scrittura

6. Alétheia nel paese delle meraviglie. Dall’ignorantia piú o meno docta all’equazione della verità

7. Il caleidoscopio di Maya. Ontologia, cosmologia, biologia

8. Il mosaico di Psiche. Ricognizione e ricostruzione dell’umano

9. Prospero contro il professor Coppelius. Laboratorio teatrale

10. Fuga dal ventre del Leviatano. Pinocchio a rovescio ovvero un mondo di marionette

11. Ulisse nel mar delle blatte. La nave della filosofia tra la Scilla del fideismo e la Cariddi del nichilismo

12. De natura amoris et fine mundi. Come perdersi nell’altro per trovare sé stessi e fare di ogni giorno un rinascimento
Si sono inoltre tenuti tre incontri di aggiornamento e dialogo (due a Capua, l'uno a Palazzo Lanza e l'altro nel Palascianeum; e uno nella Villa comunale di Santa Maria Capua Vetere).

Locandina di Euristicon.

15 settembre 2012

dare aranciata finta ai coccodrilli che vivono nelle fogne

Talvolta, stando in vostra compagnia, può darsi che Marco Palasciano, nell'allontanarsi un attimo, vi dica: «Vado a dare un po' di aranciata finta ai coccodrilli che vivono nelle fogne». Tale pittoresca metafora di suo conio significa, semplicemente, «Vado in bagno a pisciare».


28 giugno 2012

ansia e classi ansiologiche umane

Ovviamente Edvard Munch, L'urlo, 1893.
L'ansia di Marco Palasciano (talvolta lieve, talvolta greve) è un fattore da non trascurare, soprattutto quando si organizzino eventi nei quali occorra coinvolgere la sua persona.

Sull'ansia legata alla logistica si veda la voce odeporofobia. Qui di séguito invece si tratterà dell'ansia in rapporto alle figure umane, e di come esse possano classificarsi in base al rispettivo contributo ad aggravarla o ad alleviarla.

Anche nel caso degli eventi a lui più congeniali, Palasciano non ce la farà mai a partecipare a un progetto tra i cui partecipanti non siano coinvolte persone tra le quali e lui si sia instaurato un sufficiente transfert affettivo: è dalla pura contemplazione di esse, infatti, che egli attinge la maggior parte dell'energia spirituale necessaria a prestare il proprio contributo oratorio, musicale ecc.

P. prende una camomilla con un nuovo
amico che ha dei progetti da proporgli.
Se – malgrado non abbiate mai incontrato P. – riteneste necessaria la sua partecipazione ma, per il tempo e luogo dell'evento in programma, non vi fosse disponibilità di persone cui egli sia affettivamente legato, potreste nel frattempo tentare di farlo affezionare a voi stessi, incontrandolo su un territorio a lui familiare e offrendogli la vostra amicizia purché sincera. Si tenga presente che, essendo straordinariamente empatico, P. leggerà nel vostro cuore come in un terso acquario (tranne quando gli spettri del passato fanno velo). In ogni caso, il successo o meno dell'offerta dipenderà non tanto da ciò che direte, quanto dalla classe ansiologica in cui egli istintivamente finirà per collocarvi.

P. infatti distingue gli esseri umani in soggetti o ansiogeni, o ansiolitici, o neutri.
● I soggetti ansiogeni (generatori di ansia) sono quelli che lo fanno stare male già con la loro semplice presenza.

● Al contrario la presenza di soggetti ansiolitici (dissolvitori di ansia), altresì detti tranquillanti, lo fa stare bene.

● I soggetti neutri, collocandosi a metà strada tra le due opposte classi ansiologiche, non producono effetti degni di nota.
P. abbracciato da un amico ansiolitico.
Nel corso del tempo è possibile passare da una classe a un'altra. Al principio, tra i fattori che determinano l'ansiogenicità o ansioliticità d'una persona pesa considerevolmente l'aspetto esteriore (in ispecie ove esso risulti evocativo di determinate figure cardine dei trascorsi vitali palascianiani) e, ove palese, l'ideologia. Perciò, prima ancora di conoscere P. dal vivo, potete già immaginare in quale delle tre classi sopradescritte vi potreste trovare collocati di default, a inizio conoscenza, in base ai dati che seguono (dove sostituiamo sistematicamente l'aggettivo «ansiolitico» con «tranquillante» per evitare lapsi visuali).
Età
– Gli infanti sono neutri.
– I fanciulli e gli adolescenti possono essere ansiogeni, nella misura in cui siano discoli.
– Le persone all'incirca tra i 25 e i 35 anni sono le più tranquillanti in assoluto.
– Le persone più adulte sono le più ansiogene in assoluto (soprattutto nella fascia tra l'età di P. stesso e gli 80 anni all'incirca), a eccezione delle nonne e dei pueri æterni.

Sesso
– Le donne di indole materna (nel senso di sfamare P., provvedere al suo abbigliamento ecc.) sono tranquillanti, al pari di quelle simili ad angeli (esili, dai lunghi capelli e dai modi gentili); tutte le altre sono ansiogene tanto più quanto più la loro mentalità è borghese.
– I maschi, invece, sono tranquillanti anche se non prestano cure materne e non sono di aspetto angelico (purché ovviamente non intervengano fattori ansiogeni relativi a età, corporatura ecc.).

Corporatura e menomazioni
– I maschi di statura superiore alla media sono i più tranquillanti, per effetto «fratello maggiore», anche (anzi soprattutto) quando siano 25-35enni: si consideri che la psiche di P. si è emotivamente cristallizzata intorno ai 15-16 anni.
– Ciononostante, da che P. suo malgrado è entrato nell'età adulta è possibile anche l'effetto «fratello minore» o «figlio», ove si tratti di adolescenti e giovani di statura media o sotto la media e che si distinguano per intelligenza e sensibilità superiori alla norma.
– Le persone gravemente obese sono ansiogene, per la preoccupazione destata dalla cagionevolezza del loro stato di salute, al pari di quelle ricoverate per gravi malori.
– Le persone dal fisico costruito in palestra sono ansiogene nella misura dell'innaturalità del loro aspetto.
– Non si fa differenza tra corpi integri e mutilati.
– Le persone con stampelle sono tranquillanti.

Pelo
– Non si fa differenza tra persone capellute e calve.
– I capelli tra il castano chiaro e il biondo scuro sono i più tranquillanti.
– I capelli biondo chiaro sono lievemente ansiogeni, tanto più quanto più tendenti all'albino.
– I capelli colorati palesemente innaturali sono lievemente ansiogeni.
– Le donne dai capelli molto corti sono lievemente ansiogene.
– I maschi dal petto peloso sono tranquillanti, quelli dal petto glabro sono neutri.
– I maschi sono tanto più tranquillanti quanto più barbuti. I maschi adulti dal volto glabro sono ansiogeni.
– Le sopracciglia modellate in forme innaturali sono ansiogene.

Occhi
– Le iridi troppo chiare sono lievemente ansiogene.
– Le iridi nere sono neutre.
– Le altre colorazioni sono tranquillanti.
– Le lenti a contatto colorate palesemente innaturali sono ansiogene.
– L'inespressività è ansiogena.

Naso
– I nasi a pianta larga sono tranquillanti.
– I nasi piccoli a punta sono ansiogeni.

Pelle, trucco e ornamenti
– Quanto a pelle, non si fa differenza tra le varie colorazioni naturali.
– I tatuaggi sono tranquillanti, tranne se brutti.
– I visi truccati sono ansiogeni.
– Le unghie laccate di colori appariscenti sono ansiogene.
– Orecchini, piercing e simili sono tranquillanti se modesti, neutri se vistosi, ansiogeni se slargano davvero mostruosamente le membra forate.

Vestiario
– L'abbigliamento formale è ansiogeno; massima ansia per le cravatte.
– Gli uomini in divisa sono tranquillanti, tranne se nazifascisti e simili. Le donne in divisa sono lievemente ansiogene.
– Il colletto da prete è lievemente ansiogeno.
– Le scarpe da ginnastica sono tranquillanti, soprattutto se vecchie e un po' logore.

Fumo
– I fumatori sono ansiogeni (e se fumano in auto possono addirittura portare P. a crisi di pazzia furiosa), tranne se fumano cannabis all'aperto (il che non significa che P. approvi l'uso della cannabis, nonostante abbia constatato che il fumo passivo di cannabis attenua i dolori articolari).

Ideologia
– I giovani comunisti sono tranquillanti (purché non lodino Stalin), al pari degli anarchici (purché non insurrezionalisti) e degli hippy e simili; tutte le altre persone sono tanto più ansiogene quanto più schierate politicamente a destra.
– I piazzisti, i mendicanti e chiunque altro sia interessato più ai tuoi soldi che a te sono ansiogeni.
– I praticanti di qualsiasi religione, tranne se affettuosi, sono lievemente ansiogeni, al pari degli scientisti materialisti, dei relativisti e dei nichilisti.

4 giugno 2012

odeporofobia

Il termine odeporofobia (dal greco ὁδοιπορία [hodoiporía], viaggio, e φόβος [phobos], paura), inventato o meglio per poligenesi reinventato da Marco Palasciano, indica la fobia di viaggiare, della quale egli stesso soffre moderatamente.

In treno, per esempio, preferisce non spostarsi senza un accompagnatore per tratte di durata superiore a circa un quarto d'ora (anche per il timore di malesseri, tipo attacco dissenterico). Per i viaggi in aereo gli è necessario un accompagnatore dalla figura protettiva (sulle caratteristiche di tale figura vedi la voce ansia e classi ansiologiche umane), non per aerofobia (della quale non soffre, contrariamente a quanto si potrebbe supporre) ma per l'ansia ispirata dalle procedure di controllo negli aeroporti. Quanto all'automobile, per la fobia degli speronamenti ad alta velocità (sebbene non ne abbia mai agiti né patiti) gli risulta impossibile guidare in autostrada, sulla quale gli è assolutamente necessario un guidatore; le tratte principali che può invece con non troppa ansia (salvo in periodi di particolare malessere fisico o psichico, per es. dolori agli arti inferiori o inquietudine da prestazione artistico-didattica imminente) ricoprire lungo le altre strade stando alla guida della sua Opel Corsa 1000 Viva del 1997 color verde metallizzato, unico veicolo ch'egli sappia guidare (ma, in caso di percorrenze superiori ai 10 km, Palasciano deve essere accompagnato da un passeggero, abile ad aiutarlo a cambiare una ruota in caso di foratura), sono attualmente le seguenti, in ordine d'estensione:

● da Capua centro alla frazione Sant'Angelo in Formis, via IV Novembre (circa 5 km);

● da Capua a Caserta, via Cesare Battisti (circa 12 km attraverso Santa Maria Capua Vetere, Curti, Casapulla e Casagiove);

● da Capua a San Nicola La Strada, piazza Municipio (circa 14 km attraverso Santa Maria Capua Vetere, Curti, Casapulla, Casagiove e Caserta);

● da Capua a Marcianise, via Giulio Foglia (circa 15 km attraverso San Tammaro);

● da Capua a Villa di Briano, piazza Cavour (circa 21 km attraverso San Tammaro, Teverola, Casaluce, Frignano e San Marcellino);

● da Capua a Sant'Antimo, via Romania (circa 23 km attraverso San Tammaro, Teverola, Aversa e Giugliano in Campania);

● da Capua a Castel Volturno, via Marino di Marzano (circa 27 km attraverso Santa Maria La Fossa e Grazzanise).

Da tali dati si evince tra l'altro come, quanto a punti di riferimento, il limite meridionale del suo campo di guida siano le cosiddette Colonne di Giugliano, site in Giugliano in Campania nei pressi dell'incrocio che muta via Colonne in corso Europa: può dunque dirsi, in tal senso, che le Colonne di Giugliano sono le Colonne d'Ercole di Marco Palasciano.

Qualora egli sieda dietro, è anche possibile un attacco di claustrofobia. In passato ve ne sono stati di spaventevoli. Nel caso, l'unica soluzione è fermare immediatamente la vettura per consentire a Palasciano di uscirne e di restare all'aria aperta fino a che si sia ripreso; dopodiché andrà necessariamente fatto sedere davanti (anche a discapito di eventuali persone obese e di quanti esse, trasferendosi dietro, comprimano con la propria mole).

Guai, ovviamente, a fumare in auto: lo fa stare malissimo e lo spinge ad azioni disperate.

Quando si tratti di percorsi a lui non familiari, e con per meta edifici in cui non sia mai stato prima, la sua odeporofobia assume la forma di fobia del luogo d'arrivo, con progressiva intensificazione proporzionalmente al ridursi della distanza. I suoi accompagnatori devono cercare di consolarlo in tutti i modi, per evitare che il suo stato ansioso degeneri in un attacco di panico e in uno shock ipovolemico.

Per i percorsi a piedi, occorre tenere presente la sua gonalgia, che gli impone l'uso d'una ginocchiera (generalmente applicata al ginocchio sinistro, finché non inizia a dolergli quello destro) nel camminare, la cui durata non dovrebbe superare continuativamente il paio d'ore, e soprattutto nel salire e scendere le scale.

Un ulteriore ostacolo ai viaggi di Palasciano, in ispecie nella stagione calda, sono i suoi due colliri per il glaucoma, dei quali uno va conservato a temperatura inferiore ai 25 °C e l'altro a temperatura compresa tra i 2 °C e gli 8 °C, e per instillarsi i quali egli necessita d'acqua atta a lavarsi le mani e d'uno specchio.

Infine, combinandosi con patofobia e rupofobia, l'odeporofobia gli rende impossibile visitare tutti quei paesi del mondo per accedere ai quali sia d'obbligo vaccinarsi (il che presenta il vantaggio d'evitargli le vaccinazioni, avendo egli anche la fobia di iniezioni, prelievi et similia); ma, fortunatamente, Palasciano non nutre in sé il mito dell'Africa o dell'India da visitare a tutti i costi nel corso della vita, e la sua facoltà immaginativa è sufficiente a rendergli godibili tali e altre lontane meraviglie puramente via documentario cinematografico.

Ciononostante, per amore, soprattutto fraterno, egli può superare in blocco tutti i blocchi odeporofobici, e seguirvi in capo al mondo senza paura e con immensa gioia. Quindi, se siete un amico a lui particolarmente caro e invitate tutti quanti a una gita tranne lui, state sicuri che vi segnerà sul libro nero, e che il suo più crudo risentimento vi accompagnerà fino alla fine dei vostri giorni.

8 febbraio 2012

Festa dell'Amicarium

La Festa del Premio dell'Amicarium di Marco Palasciano (nella denominazione delle singole Feste è incluso un numero ordinale tra «del» e «Premio»), o, in sintesi, Festa dell'Amicarium, è un evento annuale incentrato su una cerimonia che consiste nella proclamazione della classifica dell'Amicarium (relativa ai punti accumulati da ciascuno nel Gioco dell'Amicarium dal 1° gennaio al 31 dicembre dell'anno trascorso) e nella consegna del Dono dell'Amicarium ai presenti.

Il luogo dell'evento è normalmente il Palascianeum. L'evento si tiene all'inizio dell'anno, il prima possibile, tendenzialmente entro il 6 gennaio (in tale giorno, nel 1991, fu istituito il Premio dell'Amicarium e furono consegnati i primi Doni, nello spirito della tradizione dei doni della Befana); ma sulla scelta della data influisce soprattutto la disponibilità a presenziare degli amici più cari. Queste le date delle varie Feste e relative presenze:

1
Festa del XIV Premio dell'Amicarium
30 gennaio 2004
28 amici

2
Festa del XV Premio dell'Amicarium
21 maggio 2005
39 amici

3
Festa del XVI Premio dell'Amicarium
12 aprile 2006
28 amici

4
Festa del XVII Premio dell'Amicarium
3 gennaio 2007
36 amici

5
Festa del XVIII Premio dell'Amicarium
5 gennaio 2008
32 amici

6
Festa del XIX Premio dell'Amicarium
5 gennaio 2009
45 amici

7
Festa del XX Premio dell'Amicarium
6 gennaio 2010
36 amici

8
Festa del XXI Premio dell'Amicarium
28 gennaio 2011
30 amici

9
Festa del XXII Premio dell'Amicarium
30 gennaio 2012
33 amici

10
Festa del XXIII Premio dell'Amicarium
26 gennaio 2013
35 amici

11
Festa del XXIV Premio dell'Amicarium
10 febbraio 2014
46 amici

12
Festa del XXV Premio dell'Amicarium
24 gennaio 2015
44 amici

13
Festa del XXVI Premio dell'Amicarium
15 febbraio 2016
36 amici

14
Festa del XXVII Premio dell'Amicarium
28 gennaio 2017
33 amici

15
Festa del XXVIII Premio dell'Amicarium
30 marzo 2018
21 amici

16
Festa del XXIX Premio dell'Amicarium
9 marzo 2019
39 amici

Dalla terza Festa in avanti, la proclamazione della classifica dell'Amicarium è accompagnata dal gioco del Totoamicarium. Dalla quinta Festa in avanti, la proclamazione si avvale della declamazione da parte di Marco Palasciano del resoconto sintetico, ricavato dal suo diario, degli episodi più commoventi e divertenti nell'àmbito dei rapporti intercorsi tra lui e i primi 100 classificati dell'anno.

Festa del XIX Premio dell'Amicarium.

2 febbraio 2012

Matamoros sui coccodrilli

L'andata in scena del 3 dicembre 2006 a Capua.
A sinistra Roberto Solofria nella parte di Matamoros.

Dalla scena I di Tra forti e pianoforti, intitolata Conferenza di Capitan Matamoros sulle fortificazioni ecc. complicata da molte baroccaggini, questa è la parte in cui Matamoros tratta dei coccodrilli rapiti al Nilo:
Per concluder veniamo a quei fossati,
oggi asciutti; ma, fossimo assediati,
sarebber fatti un lago, e la città
un’isola, e affamati coccodrilli
sguinzagliati nell’acqua
a scoraggiare naumachie di sorta.
E di quelli a far scorta
fui mandato in Egitto io stesso un giorno
dal Viceré don Pedro   Pacheco de Ladrón
de Guevara; e io stesso a mani nude
mi trastullai nel Nilo a catturarli,
per portarne trecento in nave a Capua.
Non sto qui a raccontarvi   il periglioso periplo
tra i pirati, i mostri e le tempeste,
dei quali tutti – fin che giunsi a rada –
ebbi ragion col senno e con la spada.
Restava un sol problema:   risalire il Volturno.
Ma non sapete che polmoni ho io […].
E sí forte, dicevo,   nelle vele soffiai,
che contro la corrente navigai,
e in men d’un’ora erano già alloggiati
a Capua i miei trecento coccodrilli
nell’acquario arcivescovile, e già
li nodrivano a crusca e pesciolini
le monache preposte a tal servizio,
e tra mille moine sorridevano
ai bestioni e schioccavano bacini
rugosi e virginali su pel muro
di cristallo; ed amavano in ispecie
un che pareva dell’umana specie,
dagli occhi melanconici;   e gli die’ nome Arturo
suor Morgana, di gran concupiscenza.
Qui termina la nostra conferenza. 

1 febbraio 2012

Arturo

Arturo.
Il coccodrillo Arturo è un pupazzo di pezza, molto amato dai palascianisti (ma solo Edoardo ha il permesso di appoggiarci la testa), acquistato il 12 dicembre 2003 su una bancarella presso Aversa da Marco Palasciano (che era stato poco prima a fare visita in ospedale a una persona cara, grave, che poco dopo guarì perfettamente) e presto assurto a mascotte dell'Accademia Palasciania. Il nome gli è derivato dalla scena I di Tra forti e pianoforti, intitolata Conferenza di Capitan Matamoros sulle fortificazioni ecc. complicata da molte baroccaggini, nel cui finale parla «il povero coccodrillo Arturo / che ha sognato un coccodrillo del futuro»: in tale scena, rappresentata il 3 dicembre 2006 su un palco presso le fortificazioni di Capua, fu utilizzato proprio questo pupazzo, cui prestò la voce l'attore Veniero Fusco.

Potete leggere qui la parte del racconto di Matamoros in cui si tratta di Arturo e degli altri coccodrilli. (Matamoros fu all'epoca interpretato da Roberto Solofria.)

Questo, più innanzi nella commedia, il monologo di Arturo:
E io sono il povero    coccodrillo Arturo
che ha sognato un coccodrillo del futuro,
di quelli del Duemila   che campano negli acquari
delle ville dei camorristi,   e lacricoccodrillando
(altro che Torri Telecom,   Spedali e via cantando)
mi ha contato una storia   di terre avvelenate,
di interrati rifiuti   maligni e radioattivi;
e io, prima di arrivare   a tempi cosí cattivi,
poiché dentro ho l’amore   per la vita che mi spinge,
son fuggito per tempo     dall’arcivescovado
bramando ritornare     al mio Nilo e alla Sfinge.
E ora, se permettete,   saluto e me ne vado.
Arturo nella parte dell'orbettino dell'Eden. Vedi
palasciania.blogspot.com/2017/12/genesi-e-palingenesi-del-cosmo.html

Il 9 giugno 2012 il coccodrillo è stato trafugato da convitati buontemponi durante una festa nel Palascianeum. Il giorno dopo ha fatto la sua comparsa in Facebook un profilo fittizio intestato ad Arturo, sulla cui bacheca è presto comparso il seguente comunicato:
L'attacco al cuore dell'Accademia Palasciania e al suo leader è compiuto. Comunichiamo l'esito positivo dell'operazione strategico-militare che ha portato al rapimento di Arturo il Coccodrillo, mascotte di Marco Palasciano. Finalmente è stato inflitto un duro colpo all'Accademia Palasciania, rea dell'anarchia che avvolge Capua e dintorni in una soffocante coltre di vitalismo ludico-intellettuale. Con questo gesto eclatante noi rivendichiamo l'esigenza di alcol, cannabis e musica moderna, uniche vie possibili per la liberazione dell'Homo Campanus dai monologhi biografici di Palasciano durante le sue feste. L'ostaggio del popolo borbonico ha finalmente raggiunto il covo in cui consumerà la sua prigionia. Facciamo sapere alla sua famiglia che sta bene. Ha chiesto un leggìo per poter declamare versi del suo padrone. La risposta gli è stata silenziosamente data puntandogli un fucile contro. Presto verranno diffuse foto dell'ostaggio. Chiediamo a Palasciano di preparare il dovuto riscatto, [il cui importo] gli verrà comunicato in via privata. Per ora è tutto. Stay tuned.
Le Brigate Storte
Foto inviata dai rapitori l'11 giugno 2012 «a testimonianza del fatto
che Arturo sta bene e se la spassa».

Si susseguiranno, in totale, sei comunicati dei rapitori, così intitolati:
1. Arturo il coccodrillo è stato rapito
2. Arturo ha vinto il pokerino organizzato per ammazzare il tempo
3. Arturo fa lo spericolato e tenta l'evasione
4. Arturo ha la febbre e una fiatella che non ci convince
5. Arturo mentre fa shopping prende coscienza di una terribile verità e perde i freni inibitori
6. Arturo spezza le catene del sentimento lento e sulle note di Toto Cutugno si innamora perdutamente di Kevin il beccaccino
La «terribile verità» di cui al comunicato n. 5 sarebbe l'esistenza, nel mondo degli umani, di borse e altri accessori in pelle di coccodrillo. Vi è inoltre un supplemento video al comunicato n. 6, caricato dai rapitori in YouTube (qui).

Arturo ammalato. Foto inviata dai rapitori il 13 giugno 2012.

La restituzione di Arturo è avvenuta a quaranta giorni dal rapimento, la sera del 19 luglio 2012, durante un festino nel Palascianeum. Arturo è comparso nel cortile sotto il balcone orientale, disteso su un telo al centro della sagoma d'un cuore fatta di candele accese. La banda delle Brigate Storte si è quindi svelata essersi composta di quattro alti membri dell'Accademia Palasciania: la Vicepresidente M.T., il Segretario D.C., e due Soci Ornamentali che detenevano a turno il coccodrillo: C.P. e A.D.A., autore, quest'ultimo, di tutti i comunicati.

Il suddetto cuore di candele.

6 gennaio 2012

foibe

Sul peso delle foibe nel gioco delle accuse reciproche tra fascisti e comunisti, Marco Palasciano in un commento di blog dell'11 febbraio 2010 si espresse come segue:
Quanto alle foibe, c'entrano col comunismo tanto quanto il rogo di Giordano Bruno c'entra col Vangelo: quindi i neofascisti che le strumentalizzano a fini di propaganda anticomunista sono in difetto accidentale, casomai non bastasse il loro difetto sostanziale.

Quanto a me, il fascismo mi disgusta, il comunismo mi annoia, e gli eccidi non m'importa da che parte vengano: perché infine non vengono dall'uno o l'altro ismo, ma semplicemente dalla parte oscura dell'anima di ogni essere umano. Esperimento di Palo Alto docet.

4 gennaio 2012

De natura mundi. L'interpretazione del mondo in ottanta giorni

De natura mundi. L'interpretazione del mondo in ottanta giorni è stato un corso di Marco Palasciano sulla propria filosofia, il secondo, articolato in dodici lezioni-spettacolo susseguitesi dal 2 ottobre al 20 dicembre 2011 in Capua, nella sala eventi di Palazzo Fazio (messa a disposizione da Capuanova e Il Pendolo) e in quella della libreria Guida Capua (a Palazzo Lanza), a cura dell'Accademia Palasciania.

Di séguito ecco l'elenco delle dodici lezioni. Le prime due sono consistite in una sintesi delle otto lezioni-spettacolo del corso del 2010 La grande ruota delle umane cose (De magna rota rerum humanarum).
1-2. De magna rota rerum humanarum: la sistemazione delle pratiche e dei valori umani nella ruota assiologica palascianiana

3. Viaggio al fondo dell’universo: dall’inferno di Dante al pianeta Abisso e fuga. Input e output poetici agli albori della nostra ruota

4. Viaggio al fondo dell’anima: una serata di giochi analitici e sintetici (con una parentesi aperta sulla follia

5. Gli esordi del caos. Te lo do io il laboratorio di scrittura

6. Il ritorno di Astrea in astronave. Tramonto del postmoderno e rimonta del moderno

7. De vulcani eloquentia. Trionfo del linguaggio sull’indicibile e trionfo dell’istante sull’eternità

8. Chrisztomania

9. The Doctor and the Robots. La guerra delle due cose: anima e corpo

10. Il mirino di Amleto. Te lo do io il laboratorio teatrale (e filosofico)

11. Alla base di tutto non c’è il Nulla ma il Tutto. Dall’estasi razionale alla religione giocattolo

12. La finestra sul paradiso: il mondo tra diecimila anni

Locandina di De natura mundi.