La parola Palascianopedia va letta con l'accento sull'ultima i [palaˌʃanopeˈdia]. – Le voci già create sono in continuo aggiornamento: se qualcuna apparisse lacunosa, provate a tornare a consultarla dopo qualche tempo (o consultate, qui, direttamente Marco Palasciano). – I passi in grassetto rimandano alle voci più utili a integrare quella in lettura. Se una voce cui si rimanda non è presente in elenco, né alcun link dà accesso a essa (nel caso di una sotto-voce), è ancora da creare.

5 ottobre 2013

Urna Maris barocca. Nuovo festival capuano di scienza, filosofia, gioco e poesia

Urna Maris barocca. Nuovo festival capuano di scienza, filosofia, gioco e poesia è stato il festival-laboratorio palascianiano n. 5 bis, articolato in dodici lezioni-spettacolo susseguitesi, repliche comprese, dal 6 ottobre al 23 dicembre 2013 in Capua, tra il Palascianeum e Palazzo della Gran Guardia (messo a disposizione dall'Associazione Pro Loco), a cura dell'Accademia Palasciania.

I banner di nove delle dodici puntate di Urna Maris barocca usati
nei rispettivi annunci del blog dell'Accademia Palasciania.

Di séguito ecco l'elenco delle dodici lezioni; ciascuna delle quali, tranne la prima, è consistita in una sintesi e rielaborazione di due lezioni di Arca Arcanorum (il titolo Urna Maris barocca è l'anagramma di Arca Arcanorum bis).
1. Baroccopolis. Dalle lettere “copernicane” degli arcivescovi di Capua alle feste per Carlo lo Stregato

2. Essere o paraessere. La realtà non ha un senso, di base; ma ne ha in cima

3. Gnôthi seautón, Watson! Siamo tutti la figlia di Lord Hicks

4. Terra e cielo (nzomm). Teatri del potere dal Duecento al Duemila tra populus stupidus e stupores mundi

5. Il potenziale umano (e disumano). Dalla topologia dei sogni d’amore alla morale dei topi di fogna

6. O insensata cura de’ mortali. Come liberarsi dei difettivi sillogismi e batter l’ali un po’ più in alto

7. Usque ad finem (?). La vita come arena dialettica di entropia e sintropia

8. Ātman forever. L'essere è eterno o non sarebbe mai stato

9. Diabolicon. Dalle orge degli Pthir ai monasteri di Buenos Aires

10. Le piste dell'episteme. Dagli spechi ctonii alle specole uranie tra illusionismo e illuminismo

11. Alfa, Delta, Zeta, Tau. Fondamenti di fenomenologia degli influssi interumani

12. Vita supernova. Il mondo come volatilità e ripresentazione
Si sono inoltre tenute quattro puntate extra:
● una, senza titolo, dedicata al ludus e all'umana armonia (chiesa dei santi Rufo e Carponio, 23 novembre);

● un'altra dedicata alla psicologia delle relazioni umane, a cura di Fabio Ianniello, in collaborazione con l'associazione Open (Palascianeum, 30 novembre);

Scienza, filosofia, poesia, gioco e umana armonia: introduzione ai festival-laboratori dell'Accademia Palasciania (liceo “Luigi Garofano”, 19-20 dicembre).

5 settembre 2013

Arca Arcanorum. Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia

Arca Arcanorum. Nuovo laboratorio euristico di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia è stato un corso di Marco Palasciano sulla propria filosofia, il quarto, articolato in ventidue lezioni-spettacolo susseguitesi dal 24 febbraio al 28 luglio 2013 in vari luoghi della Campania, a cura dell'Accademia Palasciania.

Di séguito ecco l'elenco delle ventidue lezioni, ciascuna ispirata a un diverso arcano maggiore dei tarocchi. (Di alcune aggiungeremo poi il titolo; se ancor difatti manca, è perché ciascuno dei titoli veniva deciso soltanto dopo il tenersi della relativa lezione, all'atto del resocontarne; e ancora non si è avuto il tempo di resocontarle tutte, per via «del ratto accavallarsi senza fiato» degli impegni accademici.)
0. Introduzione. Un po' di alea, di alétheia e di hamletica

1. Illusionismi e specula veritatis. Come salvarsi dall'uomo della sabbia e dallo stress della vita postmoderna

2. La maieutica delle Sibille. Quando l'Ombra ci illumina

3. Londra 1889: Sherlock Holmes contro il professor Coppelius

4. Arsenico e vecchi sonetti. Poesia e paranoia alla corte di Federico II di Svevia (e non solo)

5. Te lo do io il Veritatis splendor. Come spaccare il mondo in due e spacciarsi per costruttori di ponti

6. Amor est fortior. Da Paolo e Francesca all'agàpe universale

7. Epifanie bestiali. Dal giardino di Circe al gabinetto del dottor Jekyll

8. La giustizia è una vergine ma non di Norimberga. Ricordare l'Uno per accordare il molteplice

9. Lontano dall'oklos per vivere l'olos. Dal mito della caverna alla caverna dell'eremita

10. Anerrìphtho kýbos. Il destino nelle mani come il mondo nella mente

11. La forza più potente all'universo. Dalla guerra dei mondi alla pace del cuore

12. Rovesciate il mondo, voglio trascendere. Parmenide aveva già capito tutto e nuie stammo ancora a chesto?

13. Ti ho sempre amato. Il mondo è il mare, l'anima è un cetaceo, la morte il suo salire a respirare

14. Il cosmocembalo ben temperato. La natura è viziata e va corretta

15. Horror vacuus. Diavoli, streghe, alieni, fischi per fiaschi vari e rischi veri

16. Torri di teorie. Dalla telergia di Tesla agli strampalà in cerca di Shambhalà

17. Alto/Altro. Come osservare il cielo ad occhio puro

18. Caino e le spine. Autopsia delle amicizie illusorie

19. Al gran sole carico d’amore. Alta poesia delle amicizie illuminanti

20. Dies rationis. Bilanci esistenziali e giudizi universali

21. Welt und Weltanschauung. Dai quattro umori di Ippocrate alle sei porte della camera magica
Si sono inoltre tenuti un rito lustrale marino (del quale è dettagliatamente narrato alla voce Limbo, Purgatorio e rinascita spirituale), tre incontri di aggiornamento e dialogo (di cui uno riservato a tre soli interlocutori: il cosiddetto Prescelto e i due Vicepresidenti dell'Accademia Palasciania, gli stessi che avrebbero poi presenziato al rito) e due repliche.

Palazzo Cascella, Aversa, 28 luglio 2013.

Di séguito ecco l'elenco dei luoghi utilizzati per gli eventi di Arca Arcanorum. Interni:
● Palazzo Lanza (Capua), lezioni nn. 0, 2, 3, 4, 5.
● Palascianeum (Capua), lezioni nn. 1, 2, 4, 5, 6, 8, 9, 13, 14, 16, 17, 18, 19, 20, due incontri di aggiornamento e dialogo e la replica della lezione n. 15.
● Villa Irene (Pontelatone), lezione n. 7.
● Palazzo Parente (Aversa), lezione n. 10.
● Studio di Angelo Maisto (Santa Maria Capua Vetere), lezione n. 12 e un incontro riservato di aggiornamento e dialogo.
● Palazzo Iannuccilli-D'Angelo (Teano), lezione n. 15.
● Palazzo Cascella (Aversa), lezione n. 21.
Esterni:
● Stazione ferroviaria (Capua), lezione n. 6.
● Resti dell'Arco trionfale di Federico II di Svevia (Capua), lezione n. 6.
● Giardino di Villa Irene (Pontelatone), lezione n. 7.
● Parco Eucalyptus (Capua), lezione n. 8.
● Aree selvagge sul monte Tifata (Sant'Angelo in Formis), lezioni nn. 9 e 11.
● Piazza della Rimembranza (Sant'Angelo in Formis), lezione n. 11.
● Fossati della cinta bastionata (Capua), lezione n. 14.
● Strade (Capua), lezione n. 16 e replica della lezione n. 3.
● Mare (Acciaroli), rito lustrale marino.

23 agosto 2013

Limbo, Purgatorio e rinascita spirituale

«Topolino» n. 1076.
La data in cui si è tenuta Dies rationis, penultima lezione del laboratorio Arca Arcanorum, per caso è la stessa che un radicato amor di simmetria e un semplice calcolo aritmetico da esso ispirato indicavano come il giorno della fine, da celebrare con un rito purificatore, di un vasto periodo della vita di Marco Palasciano, simbolicamente determinato, durato circa trentasette anni e composto di due parti consecutive di uguale estensione, che chiameremo Limbo e Purgatorio.

Il Limbo si considera iniziato il 7 luglio 1976, giorno d'uscita nelle edicole di Capua del numero 1076 del settimanale per ragazzi «Topolino». Palasciano aveva allora otto anni.

Trascorsi poco più di diciotto anni e mezzo, cioè 6764 giorni, il passaggio dal Limbo al Purgatorio è segnato dalla morte del padre di Marco, Ferdinando Palasciano, presso l'Ospedale di Caserta (sito in via Ferdinando Palasciano) la sera del 13 gennaio 1995.

L'Ospedale di Caserta.

Gustave Doré, ill. del 1867
per il Purgatorio, c. XXXIII:
Dante si abbevera all'Eunoè.

Trascorsi altri 6764 giorni, la fine del Purgatorio coincide con il momento in cui, all'inizio della lezione Dies rationis (ispirata al tarocco dell'Angelo e perciò dedicata ai bilanci esistenziali), il Prescelto che un giorno prima aveva simbolicamente purificato Palasciano con un battesimo filosofico nell'acqua del mare (l'amico n. 1 dell'Amicarium di gennaio-luglio 2013) gli porge da bere un bicchiere d'acqua di fonte, simboleggiante l'acqua dell'Eunoè, presa da una bottiglietta fornita loro la mattina dello stesso giorno, per il viaggio di ritorno a Capua, dall'amica che li aveva ospitati (appositamente per consentire il compiersi del rito) nella di lei casa di Acciaroli, comune il cui territorio un tempo rientrava fra i dominii della città-stato di Elea, estesi fra punta Licosa e capo Palinuro.


Questo avveniva domenica 21 luglio 2013. Tornando a sabato 20 luglio, al cui tramonto si sarebbe tenuto il rito marino, intorno all'alba il Prescelto aveva pronunciato due parole nel sonno:

Cinque, cinque.

Dettaglio da Guido Reni,
Battesimo di Cristo, 1623.
Assunte tali parole come una sorta di messaggio oracolare, reso ancor più suggestivo dal fatto che nella simbologia associata alla filosofia palascianiana il cinque è il numero associato all'amore universale, Palasciano modificò il programma del rito stabilendo che l'acqua del mare fosse versata cinque volte. Stabilì inoltre di associare il gesto battesimale alle cinque vocali dell'alfabeto italiano e queste ad altrettante parole chiave, focalizzate sull'idea di una coincidentia oppositorum dell'Uno con l'Olos (la parola «Olos» sarà poi, nel 2022, sostituita da «Omnia») e dell'Istante con l'Eternità, per mezzo dell'Amore inteso come quintessentia alchemica del reale. Qui di séguito riportiamo parte della formula rituale infine scritta da Palasciano (su un foglio A5 giallo oro) e letta, in mezzo al mare, dal Prescelto:
Il Prescelto e Palasciano entrano in acqua.
[...] con le mie mani raccolgo quest'acqua che bagna il territorio che fu di Elea, patria di Parmenide, e su di te cinque volte versandola ti purifico da ogni colpa passata, se mai colpa vi è stata, e in questo stesso gesto ti battezzo nel nome della Verità Splendente [...].

Il rito si tenne al tramonto perché per il calendario ebraico, che in tal senso tornava utile (dato che la mattina dopo si sarebbe dovuti ripartire presto), in quel momento ci si sarebbe trovati al principio del 21 luglio. Palasciano e il Prescelto aspettarono che il sole fosse quasi a livello dell'orizzonte equoreo, quindi entrarono in acqua. Proprio in quell'istante, per caso, la disturbante musica commerciale sparata ad alto volume dal bar del lido si interruppe e tacque. Il rito poté dunque compiersi al solo suono delle onde e della voce del Prescelto, che iniziò la lettura della formula non appena ai suoi occhi l'immagine del sole ebbe toccato l'immagine del mare.

Il rito marino. Acciaroli, tramonto del 20 luglio 2013.

Nella notte fra sabato e domenica il Prescelto parlò nuovamente nel sonno. Anche stavolta, e sempre per caso, al momento giusto chi giaceva nel letto accanto al suo, Palasciano, era sveglio e poté udire nitidamente e trascrivere il “messaggio” (in rispetto del quale, fra l'altro, da allora non avrebbe più ucciso né formiche né lepismæ, e infine neanche le zanzare). Le parole, pronunciate in tono di monito severo ma gentile, furono queste tre:

Marco, sii amore.

I tarocchi prima di essere liberati.
La domenica, come si è detto, si tenne la penultima puntata di Arca Arcanorum (l'ultima a cui il Prescelto potesse essere presente prima di lasciare Capua per sempre, altra “fatale” coincidenza) e il Prescelto porse a Palasciano quel bicchiere d'acqua di fonte, lì nel Palascianeum, a complemento del rito marino di circa ventiquattr'ore prima. Pochi minuti dopo lo assisté nell'atto di liberare i tarocchi palascianiani, emblema del laboratorio Arca Arcanorum, dalla cornice che da alcuni anni li teneva imprigionati «come insetti preistorici nell'ambra, o semi nel ghiaccio». E andò infine egli stesso a riporli nella stanza del diario, sullo sgabello descrittogli, dove lo aspettava un dono: un kit di cacciaviti e altri attrezzi in miniatura appartenuto al padre di Marco.

Smontaggio della cornice che imprigionava i tarocchi. Capua, 21 luglio 2013.

Cielo dell'alba del 22 luglio 2013.
Simbolicamente conclusa in questi termini la parabola di Limbo e Purgatorio, il 22 luglio 2013 è stato il primo giorno ufficiale della vita nova di Marco Palasciano (nel cui diario sulla pagina fra l'ultima del 21 e la prima del 22 luglio si trova appunto la rubrica «Incipit vita nova», mutuata da Dante). Casualmente si tratta di una data che un astrologo o un induista avrebbe potuto additare come perfetta per una rinascita spirituale: al mattino Marte (il nome Marco deriva da Marte) si trovò in perfetta congiunzione con Giove (il cui nome deriva dalla radice indoeuropea *dyeu- che vale splendere, ond'ecco evocata la «Verità Splendente») a circa 5°55' del segno del Cancro ovvero nella costellazione dei Gemelli; il Sole entrò alle 5.55 del pomeriggio nel proprio domicilio, il segno del Leone; verso il tramonto la Luna si trovò in perfetta plenitudine, infine, ed era il plenilunio del Guru Purnima. Del tutto casuale anche il fatto che il gesto di versare l'acqua richiami la figura dell'Aquario e possa dunque simboleggiare l'inizio di una nuova età del mondo, l'età dell'Aquario.

Va pur detto che, cinque giorni dopo, il Prescelto traslocò, lasciando Capua in treno, e che tale treno, in lieve ritardo, partì esattamente alle cinque e cinque pomeridiane.

Infine, a chiudere perfettamente il cerchio delle casualità, il giorno di nascita del padre di Marco è il 5 dicembre (e lasciamo stare che Marco, il cui nome avrete già notato esser di 5 lettere, e il cognome di 5+5, è nato il mese dell'anno).