La parola Palascianopedia va letta con l'accento sull'ultima i [palaˌʃanopeˈdia]. – Le voci già create sono in continuo aggiornamento: se qualcuna apparisse lacunosa, provate a tornare a consultarla dopo qualche tempo (o consultate, qui, direttamente Marco Palasciano). – I passi in grassetto rimandano alle voci più utili a integrare quella in lettura. Se una voce cui si rimanda non è presente in elenco, né alcun link dà accesso a essa (nel caso di una sotto-voce), è ancora da creare.

19 luglio 2011

seconda disputa tra Accademia Palasciania e Istituto Palascianiano per gli Studi Euristici

Qualche settimana dopo la conclusione della prima disputa tra i due enti (vedi qui), l'Accademia Palasciania si era riavuta dallo stordimento indottole dal colpo che l'IPSE aveva assestato con la battuta «Al mondo, in generale, non esistono “sufficienti ragioni”, la Ragione da sola non bastando a dare spiegazione fino in fondo di nessun fenomeno»; e si era resa conto di poter ritorcere contro l'IPSE la sua stessa arma dialettica.

Intorno alla metà di luglio 2011 l'Accademia aveva dunque preso a dire che, visto che per fondare l'IPSE non era stata necessaria una ragione, non era neanche necessaria una ragione, ora, per riaccorparlo a sé.

Ma se qualche ragione fosse stata necessaria, l'Accademia avrebbe potuto addurre, oltre quelle già esposte nel corso della prima disputa, la seguente. Poiché fulcro dell'IPSE era l'attività di ricerca condotta da Marco Palasciano, e l'evoluzione di tale attività presentava «palesemente» (vedi, a esempio, il post inaugurale del suo blog) un «progressivo spostamento dalla sfera dell'euristica verso la sfera della sistematica», prima o poi l'Istituto Palascianiano per gli Studi Euristici avrebbe finito «con lo smarrire il proprio fondamento, senza bisogno ch'altri ne lo destituisse».

L'Istituto a quel punto si era arreso. Non rimaneva che ratificarne il riaccorpamento, tramite l'assemblea congiunta straordinaria che si sarebbe tenuta il 18 luglio 2011 (vedi ultimi cinque paragrafi della voce Istituto Palascianiano per gli Studi Euristici).

Circa un anno e mezzo dopo, spudoratamente, l'Accademia Palasciania avrebbe iniziato (vedi Arca Arcanorum) ad allestire i suoi famosi laboratori euristici di filosofia, arti varie, gioco e umana armonia; ma a quel punto il ricordo dell'IPSE si era ormai perso, e nessuno reclamò.

4 luglio 2011

prima idea della Ruota assiologica palascianiana

La prima idea, rozzamente storicistica, della Ruota assiologica palascianiana è documentata da Marco Palasciano nel suo diario del 22 settembre 2001. Qui egli scrive, a sera, quanto segue (dove per «tavola cromatica zodiacale» s'intende una rappresentazione dello zodiaco alla quale Palasciano aveva associato un colore per ciascuno dei dodici segni, seguendo l'ordine della ruota cromatica):
La tavola cromatica zodiacale mi ispira a un tratto potentemente una correlazione precisa tra il susseguirsi ciclico dei colori e la ciclicità della storia.

Da uno stato (ROSSO) dove si tocca il punto piú basso della civiltà, si passa a un arbitrario porre ordine da parte di qualcuno che si appropria del potere (PORPORA, MAGENTA).
(Precisiamo che con l'associazione del colore rosso alla barbarie, in quelle pagine di diario, Palasciano non intendeva alludere in alcuna misura al comunismo.)
Poi si fa strada l’inquietudine (VIOLETTO). Poi ecco che le inquietudini si “illuminano” (BLU) e si creano movimenti filosofici rivoluzionari.

Il progresso (AZZURRO INTERMEDIO) conduce finalmente alla società migliore possibile (AZZURRO CYAN), dove non vi è piú alienazione, e la natura umana è perfettamente in armonia con le istituzioni e la società.

Questo raggiunto stato di felicità comune conduce a un inevitabile rilassamento (VERDAZZURRO, VERDE): ci si dedica al benessere, a godere ciò che nei secoli precedenti si era solo sognato. Si creano cose meravigliose, si è felici non solo intellettualmente ma anche fisicamente; è il tempo delle vacche grasse, che trova il suo colmo nel successivo periodo (GIALLOVERDE); e il passaggio al quadrante primaverile segna l’ingresso vero e proprio nella decadenza (GIALLO, ARANCIONE).

Non si pensa piú ad altro che il divertimento e il piacere; i rapporti si riducono a un reciproco sfruttamento sensuale, si è come gli Eloi di The Time Machine, domina la stupidità ovvero la totale noncuranza nei confronti della ricerca filosofica; le scienze e le arti sono abbandonate. Da qui alla ricaduta nella barbarie (ROSSO) il passo è scontato.
Di contro, dieci anni più tardi, nel corso del seminario De natura mundi, Palasciano prospetterà un'umanità futura immune da ogni decadenza.

Come sovrapporre lo zodiaco alla ruota dei colori saturi.
Al rosso corrisponde il Cancro, il segno più regressivo;
al ciano il Capricorno, il segno più evolutivo.