Questo il passo del 2009 (sùbito prima del quale era stata data lettura del sonetto iniziale di Storia di un umanesimo negato):
L'universo. L'universo, se ci pensate, è interamente contenuto nella nostra mente, cosí come noi siamo contenuti nell’universo. Ho qui un mio vecchio appunto sulla grandezza della mente umana (ma naturalmente, se io fossi nato scarafaggio, avrei parlato della grandezza della mente scarafaggia, sempreché gli scarafaggi abbiano una mente di questo tipo e non un computerino limitato al mangia-caca-figlia-e-muori).Sullo stesso tema Palasciano usa notare come non abbia senso adoperare contro l'esaltazione delle potenzialità umane (come l'adoperano i predicatori dell'umiltà autoflagellatoria, del memento mori, del pulvis est e simili malvedenti) l'argomento della piccolezza fisica dell'uomo o della Terra stessa rispetto all'universo o all'infinito: le dimensioni fisiche sono, in realtà, un parametro assolutamente irrilevante nel discorso sui valori spirituali. A tal proposito vedi materia/spirito.
«Guardando lo splendore e la magnificenza delle chiese medievali o barocche, e/o ascoltando la musica mirabile dei cori e delle orchestre atte a cantare il Natale e la gloria dei Celesti, è naturale provare una certa commossa esaltazione.
Ma in me è tale non da spingermi alla credenza in questa o quella confessione, bensì all’ammirazione della mente umana, capace di tanta arte e d’inventarsi concetti da celebrare così alti, incluso un Dio dell’universo.
Ma ci si rende conto di quanto è grande l’uomo? (Cioè, di quanto può essere grande.)
Quanto? esattamente, direi, l’uomo è grande quanto l’universo che lo contiene, e che è contenuto nella sua mente. In una sorta di effetto Droste, che si trova ad esempio in tante opere di Escher, o effetto matrioska. Apri l’uomo e dentro ci trovi il mondo, e dentro il mondo è l’uomo. Ad infinitum.
Questo ricorda la Bottiglia di Klein, il cui interno e il cui esterno coincidono; così come coincidono le “due” facce del Nastro di Möbius».