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30 maggio 2011

Incipit per una commedia ovvero Parafrasi personalizzata della prima terzina dell'«Inferno» di Dante

Incipit per una commedia ovvero Parafrasi personalizzata della prima terzina dell'«Inferno» di Dante è una poesia di Marco Palasciano in versi liberi datata 20 settembre 2001.

L'occasione del componimento è stato il compimento dei 33 anni e 1/3 di vita del poeta, che, contando i giorni, cadeva giusto quel 20 settembre. (Ma calcolando il cammino del sole sull'eclittica, invece, il «terzo del cammin di nostra vita» di Palasciano si sarebbe compiuto il 23 settembre, poche ore dopo l'equinozio d'autunno cioè l'entrata del sole nel segno della Bilancia, così come nel 1968 il poeta era nato poche ore dopo l'entrata del sole nel segno dei Gemelli. Alla data del 23 settembre 2001 fa riferimento, difatti, il successivo poema Hypnerotomachia Palasciani.)

Incipit per una commedia rappresenta l'unico caso di poesia palascianesca nata come testo in prosa successivamente vòlto in versi per semplice inserzione degli a capo, operazione licitata dall'alta densità semantica del testo nonché dalla sua musicalità. Nella forma originaria è stata pubblicata su «Nazione Indiana» il 30 ottobre 2007, poco prima della pubblicazione in cartaceo sul n. 10 di «Sud».

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Il numero di «Sud» includente
Incipit per una commedia.

La poesia fa riferimento, tra l'altro, a:

● la selva come «bosco iniziatico», in quelle culture dove l’iniziazione alla vita adulta si officia con l’abbandono dell’adolescente in una zona selvaggia (tema che ritornerà nell’Analogo in versi di un quartetto di Marco Palumbo per clarinetto, fagotto, violino e pianoforte);

● la corsa di Poliphilo nella selva, a lacerarsi la toga «per gli mucronati cardeti, et altri spini» (Hypnerotomachia Poliphili, I) così come il Palasciano ha qui la «maglietta lacerata dagli spini / e sbrendolata»;

Tre righe dal cap. I della Hypnerotomachia Poliphili, edizione aldina.

● la «veste di Madonna Philosòphia» che, narra Boezio, «avevano le mani d’alcuni uomini violenti squarciata tutta, e portatosene ciascuno quei brani ch’egli aveva potuto portarne» (De consolatione philosophiæ, traduzione di Benedetto Varchi [1551], I);

L'ultima tempesta di Peter Greenaway («sir Peter cineasta enciclopedico»);

Alice nel paese delle meraviglie, in ispecie riguardo all'alluvione di lacrime d'Alice e conseguente corsa ad asciugarsene (capp. II-III), ma anche all'esser «distratto da bachi e da conigli»;

Lewis Carroll, illustrazione per il cap. III di Alice nel paese delle meraviglie.

L'albatro di Baudelaire («far ridere / les hommes d'équipage»);

● la luce che s'incurva in prossimità d'un buco nero («Apollo storte frecce»).