La parola Palascianopedia va letta con l'accento sull'ultima i [palaˌʃanopeˈdia]. – Le voci già create sono in continuo aggiornamento: se qualcuna apparisse lacunosa, provate a tornare a consultarla dopo qualche tempo (o consultate, qui, direttamente Marco Palasciano). – I passi in grassetto rimandano alle voci più utili a integrare quella in lettura. Se una voce cui si rimanda non è presente in elenco, né alcun link dà accesso a essa (nel caso di una sotto-voce), è ancora da creare.

28 giugno 2012

ansia e classi ansiologiche umane

Ovviamente Edvard Munch, L'urlo, 1893.
L'ansia di Marco Palasciano (talvolta lieve, talvolta greve) è un fattore da non trascurare, soprattutto quando si organizzino eventi nei quali occorra coinvolgere la sua persona.

Sull'ansia legata alla logistica si veda la voce odeporofobia. Qui di séguito invece si tratterà dell'ansia in rapporto alle figure umane, e di come esse possano classificarsi in base al rispettivo contributo ad aggravarla o ad alleviarla.

Anche nel caso degli eventi a lui più congeniali, Palasciano non ce la farà mai a partecipare a un progetto tra i cui partecipanti non siano coinvolte persone tra le quali e lui si sia instaurato un sufficiente transfert affettivo: è dalla pura contemplazione di esse, infatti, che egli attinge la maggior parte dell'energia spirituale necessaria a prestare il proprio contributo oratorio, musicale ecc.

P. prende una camomilla con un nuovo
amico che ha dei progetti da proporgli.
Se – malgrado non abbiate mai incontrato P. – riteneste necessaria la sua partecipazione ma, per il tempo e luogo dell'evento in programma, non vi fosse disponibilità di persone cui egli sia affettivamente legato, potreste nel frattempo tentare di farlo affezionare a voi stessi, incontrandolo su un territorio a lui familiare e offrendogli la vostra amicizia purché sincera. Si tenga presente che, essendo straordinariamente empatico, P. leggerà nel vostro cuore come in un terso acquario (tranne quando gli spettri del passato fanno velo). In ogni caso, il successo o meno dell'offerta dipenderà non tanto da ciò che direte, quanto dalla classe ansiologica in cui egli istintivamente finirà per collocarvi.

P. infatti distingue gli esseri umani in soggetti o ansiogeni, o ansiolitici, o neutri.
● I soggetti ansiogeni (generatori di ansia) sono quelli che lo fanno stare male già con la loro semplice presenza.

● Al contrario la presenza di soggetti ansiolitici (dissolvitori di ansia), altresì detti tranquillanti, lo fa stare bene.

● I soggetti neutri, collocandosi a metà strada tra le due opposte classi ansiologiche, non producono effetti degni di nota.
P. abbracciato da un amico ansiolitico.
Nel corso del tempo è possibile passare da una classe a un'altra. Al principio, tra i fattori che determinano l'ansiogenicità o ansioliticità d'una persona pesa considerevolmente l'aspetto esteriore (in ispecie ove esso risulti evocativo di determinate figure cardine dei trascorsi vitali palascianiani) e, ove palese, l'ideologia. Perciò, prima ancora di conoscere P. dal vivo, potete già immaginare in quale delle tre classi sopradescritte vi potreste trovare collocati di default, a inizio conoscenza, in base ai dati che seguono (dove sostituiamo sistematicamente l'aggettivo «ansiolitico» con «tranquillante» per evitare lapsi visuali).
Età
– Gli infanti sono neutri.
– I fanciulli e gli adolescenti possono essere ansiogeni, nella misura in cui siano discoli.
– Le persone all'incirca tra i 25 e i 35 anni sono le più tranquillanti in assoluto.
– Le persone più adulte sono le più ansiogene in assoluto (soprattutto nella fascia tra l'età di P. stesso e gli 80 anni all'incirca), a eccezione delle nonne e dei pueri æterni.

Sesso
– Le donne di indole materna (nel senso di sfamare P., provvedere al suo abbigliamento ecc.) sono tranquillanti, al pari di quelle simili ad angeli (esili, dai lunghi capelli e dai modi gentili); tutte le altre sono ansiogene tanto più quanto più la loro mentalità è borghese.
– I maschi, invece, sono tranquillanti anche se non prestano cure materne e non sono di aspetto angelico (purché ovviamente non intervengano fattori ansiogeni relativi a età, corporatura ecc.).

Corporatura e menomazioni
– I maschi di statura superiore alla media sono i più tranquillanti, per effetto «fratello maggiore», anche (anzi soprattutto) quando siano 25-35enni: si consideri che la psiche di P. si è emotivamente cristallizzata intorno ai 15-16 anni.
– Ciononostante, da che P. suo malgrado è entrato nell'età adulta è possibile anche l'effetto «fratello minore» o «figlio», ove si tratti di adolescenti e giovani di statura media o sotto la media e che si distinguano per intelligenza e sensibilità superiori alla norma.
– Le persone gravemente obese sono ansiogene, per la preoccupazione destata dalla cagionevolezza del loro stato di salute, al pari di quelle ricoverate per gravi malori.
– Le persone dal fisico costruito in palestra sono ansiogene nella misura dell'innaturalità del loro aspetto.
– Non si fa differenza tra corpi integri e mutilati.
– Le persone con stampelle sono tranquillanti.

Pelo
– Non si fa differenza tra persone capellute e calve.
– I capelli tra il castano chiaro e il biondo scuro sono i più tranquillanti.
– I capelli biondo chiaro sono lievemente ansiogeni, tanto più quanto più tendenti all'albino.
– I capelli colorati palesemente innaturali sono lievemente ansiogeni.
– Le donne dai capelli molto corti sono lievemente ansiogene.
– I maschi dal petto peloso sono tranquillanti, quelli dal petto glabro sono neutri.
– I maschi sono tanto più tranquillanti quanto più barbuti. I maschi adulti dal volto glabro sono ansiogeni.
– Le sopracciglia modellate in forme innaturali sono ansiogene.

Occhi
– Le iridi troppo chiare sono lievemente ansiogene.
– Le iridi nere sono neutre.
– Le altre colorazioni sono tranquillanti.
– Le lenti a contatto colorate palesemente innaturali sono ansiogene.
– L'inespressività è ansiogena.

Naso
– I nasi a pianta larga sono tranquillanti.
– I nasi piccoli a punta sono ansiogeni.

Pelle, trucco e ornamenti
– Quanto a pelle, non si fa differenza tra le varie colorazioni naturali.
– I tatuaggi sono tranquillanti, tranne se brutti.
– I visi truccati sono ansiogeni.
– Le unghie laccate di colori appariscenti sono ansiogene.
– Orecchini, piercing e simili sono tranquillanti se modesti, neutri se vistosi, ansiogeni se slargano davvero mostruosamente le membra forate.

Vestiario
– L'abbigliamento formale è ansiogeno; massima ansia per le cravatte.
– Gli uomini in divisa sono tranquillanti, tranne se nazifascisti e simili. Le donne in divisa sono lievemente ansiogene.
– Il colletto da prete è lievemente ansiogeno.
– Le scarpe da ginnastica sono tranquillanti, soprattutto se vecchie e un po' logore.

Fumo
– I fumatori sono ansiogeni (e se fumano in auto possono addirittura portare P. a crisi di pazzia furiosa), tranne se fumano cannabis all'aperto (il che non significa che P. approvi l'uso della cannabis, nonostante abbia constatato che il fumo passivo di cannabis attenua i dolori articolari).

Ideologia
– I giovani comunisti sono tranquillanti (purché non lodino Stalin), al pari degli anarchici (purché non insurrezionalisti) e degli hippy e simili; tutte le altre persone sono tanto più ansiogene quanto più schierate politicamente a destra.
– I piazzisti, i mendicanti e chiunque altro sia interessato più ai tuoi soldi che a te sono ansiogeni.
– I praticanti di qualsiasi religione, tranne se affettuosi, sono lievemente ansiogeni, al pari degli scientisti materialisti, dei relativisti e dei nichilisti.

4 giugno 2012

odeporofobia

Il termine odeporofobia (dal greco ὁδοιπορία [hodoiporía], viaggio, e φόβος [phobos], paura), inventato o meglio per poligenesi reinventato da Marco Palasciano, indica la fobia di viaggiare, della quale egli stesso soffre moderatamente.

In treno, per esempio, preferisce non spostarsi senza un accompagnatore per tratte di durata superiore a circa un quarto d'ora (anche per il timore di malesseri, tipo attacco dissenterico). Per i viaggi in aereo gli è necessario un accompagnatore dalla figura protettiva (sulle caratteristiche di tale figura vedi la voce ansia e classi ansiologiche umane), non per aerofobia (della quale non soffre, contrariamente a quanto si potrebbe supporre) ma per l'ansia ispirata dalle procedure di controllo negli aeroporti. Quanto all'automobile, per la fobia degli speronamenti ad alta velocità (sebbene non ne abbia mai agiti né patiti) gli risulta impossibile guidare in autostrada, sulla quale gli è assolutamente necessario un guidatore; le tratte principali che può invece con non troppa ansia (salvo in periodi di particolare malessere fisico o psichico, per es. dolori agli arti inferiori o inquietudine da prestazione artistico-didattica imminente) ricoprire lungo le altre strade stando alla guida della sua Opel Corsa 1000 Viva del 1997 color verde metallizzato, unico veicolo ch'egli sappia guidare (ma, in caso di percorrenze superiori ai 10 km, Palasciano deve essere accompagnato da un passeggero, abile ad aiutarlo a cambiare una ruota in caso di foratura), sono attualmente le seguenti, in ordine d'estensione:

● da Capua centro alla frazione Sant'Angelo in Formis, via IV Novembre (circa 5 km);

● da Capua a Caserta, via Cesare Battisti (circa 12 km attraverso Santa Maria Capua Vetere, Curti, Casapulla e Casagiove);

● da Capua a San Nicola La Strada, piazza Municipio (circa 14 km attraverso Santa Maria Capua Vetere, Curti, Casapulla, Casagiove e Caserta);

● da Capua a Marcianise, via Giulio Foglia (circa 15 km attraverso San Tammaro);

● da Capua a Villa di Briano, piazza Cavour (circa 21 km attraverso San Tammaro, Teverola, Casaluce, Frignano e San Marcellino);

● da Capua a Sant'Antimo, via Romania (circa 23 km attraverso San Tammaro, Teverola, Aversa e Giugliano in Campania);

● da Capua a Castel Volturno, via Marino di Marzano (circa 27 km attraverso Santa Maria La Fossa e Grazzanise).

Da tali dati si evince tra l'altro come, quanto a punti di riferimento, il limite meridionale del suo campo di guida siano le cosiddette Colonne di Giugliano, site in Giugliano in Campania nei pressi dell'incrocio che muta via Colonne in corso Europa: può dunque dirsi, in tal senso, che le Colonne di Giugliano sono le Colonne d'Ercole di Marco Palasciano.

Qualora egli sieda dietro, è anche possibile un attacco di claustrofobia. In passato ve ne sono stati di spaventevoli. Nel caso, l'unica soluzione è fermare immediatamente la vettura per consentire a Palasciano di uscirne e di restare all'aria aperta fino a che si sia ripreso; dopodiché andrà necessariamente fatto sedere davanti (anche a discapito di eventuali persone obese e di quanti esse, trasferendosi dietro, comprimano con la propria mole).

Guai, ovviamente, a fumare in auto: lo fa stare malissimo e lo spinge ad azioni disperate.

Quando si tratti di percorsi a lui non familiari, e con per meta edifici in cui non sia mai stato prima, la sua odeporofobia assume la forma di fobia del luogo d'arrivo, con progressiva intensificazione proporzionalmente al ridursi della distanza. I suoi accompagnatori devono cercare di consolarlo in tutti i modi, per evitare che il suo stato ansioso degeneri in un attacco di panico e in uno shock ipovolemico.

Per i percorsi a piedi, occorre tenere presente la sua gonalgia, che gli impone l'uso d'una ginocchiera (generalmente applicata al ginocchio sinistro, finché non inizia a dolergli quello destro) nel camminare, la cui durata non dovrebbe superare continuativamente il paio d'ore, e soprattutto nel salire e scendere le scale.

Un ulteriore ostacolo ai viaggi di Palasciano, in ispecie nella stagione calda, sono i suoi due colliri per il glaucoma, dei quali uno va conservato a temperatura inferiore ai 25 °C e l'altro a temperatura compresa tra i 2 °C e gli 8 °C, e per instillarsi i quali egli necessita d'acqua atta a lavarsi le mani e d'uno specchio.

Infine, combinandosi con patofobia e rupofobia, l'odeporofobia gli rende impossibile visitare tutti quei paesi del mondo per accedere ai quali sia d'obbligo vaccinarsi (il che presenta il vantaggio d'evitargli le vaccinazioni, avendo egli anche la fobia di iniezioni, prelievi et similia); ma, fortunatamente, Palasciano non nutre in sé il mito dell'Africa o dell'India da visitare a tutti i costi nel corso della vita, e la sua facoltà immaginativa è sufficiente a rendergli godibili tali e altre lontane meraviglie puramente via documentario cinematografico.

Ciononostante, per amore, soprattutto fraterno, egli può superare in blocco tutti i blocchi odeporofobici, e seguirvi in capo al mondo senza paura e con immensa gioia. Quindi, se siete un amico a lui particolarmente caro e invitate tutti quanti a una gita tranne lui, state sicuri che vi segnerà sul libro nero, e che il suo più crudo risentimento vi accompagnerà fino alla fine dei vostri giorni.