La parola Palascianopedia va letta con l'accento sull'ultima i [palaˌʃanopeˈdia]. – Le voci già create sono in continuo aggiornamento: se qualcuna apparisse lacunosa, provate a tornare a consultarla dopo qualche tempo (o consultate, qui, direttamente Marco Palasciano). – I passi in grassetto rimandano alle voci più utili a integrare quella in lettura. Se una voce cui si rimanda non è presente in elenco, né alcun link dà accesso a essa (nel caso di una sotto-voce), è ancora da creare.

29 giugno 2011

accidia

L'accidia [aˈttʃidja] è uno dei sette vizi capitali. In un post del blog di Marco Palasciano (28 giugno 2011) è così descritta:
Non si tratta di semplice pigrizia, ch'è tipica degli uomini meschini; bensì d'una malattia spirituale che colpisce gli spiriti dagli interessi più vasti ed elevati. Quando un monaco il più virtuoso è sazio d'orare e laborare, gli viene in uggia la sua cella e l'orto; quando un homo universalis giunge a un determinato indeterminabile punto del suo labirinto, perde la spinta all'azione, e lascia le sue opere incompiute. Che peccato, davvero!, non dar piena espressione alle proprie potenzialità; ed è tanto più grave, quanto più esse son grandi. Che importa a Dio se ozia un imbecille? ma quando a oziare è un genio, il ciel sospira.
L'accidia è diffusamente riconosciuta come il vizio caratteristico di Marco Palasciano. In un altro post  (14 marzo 2011) egli definisce la propria accidia «petrosissima», e ne dice che lo spinge «a perder ore ed ore ed ore nell'errare per social network e telefilm in streaming»; e intanto,
Da decenni [...] si protraggono la limatura e il tagliaecuci del Canzoniere, e del Novelliere, e di tant'altra letteratura palascianesca; da decenni s'attende l'apertura dei cantieri dell'Opera vera e propria su Ferdinando Palasciano (1815-1891), che ha da essere completa entro il bicentenario del gran dottore o avrò solo da prendermi a schiaffi, indegnissimo erede; e intanto vaste fette del mio Diario sono ancora in brutti, sintetici appunti da trascrivere in bella e in analitica, o mai si partirà con la sua stravagheggiata conversione in Enciclopedia; e vi è poi da operare la sistemazione della palascianiana filosofia; ecc.
All'accidia di Marco Palasciano è dedicata l'opera di Angelo Maisto Conditio Palasciani.

28 giugno 2011

Conditio Palasciani

Conditio Palasciani [konˈditsjo palaˈʃani] (in latino medievale «La condizione di Palasciano», o «del Palasciano») è un dipinto del 2011, a olio su tela 40 × 60 cm, di Angelo Maisto.

Conditio Palasciani. Cliccare per ingrandire.

Si tratta della trasposizione pittorica d'un dettaglio dell'installazione ludoscultorea Bachanale, sempre di Maisto.

Bachanale, dettaglio. Cliccare per ingrandire.

Bachanale. Cliccare per ingrandire.

Conditio Palasciani, così come il corrispondente cubicolo in Bachanale, mostra la seguente scena (descrizione tolta da un post del blog di Marco Palasciano, 28 giugno 2011):
dietro una scrivania, par dormire un baccante pisciforme, il cui corpo è ricavato da un relitto vegetale raccolto sulla riva del mare. Ai suoi lati, su mensolette, modellini di missili balistici, a modo di candele; ai suoi piedi, pur se piedi non ha, una piuma indaco. (Probabile è che i missili-candela alludano all'imminente consumarsi d'eventi distruttivi, la gravità dei quali sarà in polare contrasto con la levità di cui la piuma è emblema, che dà agio al sonno.)
Il dipinto è stato realizzato in occasione della mostra collettanea Accidia, terza della serie di Seven, rassegna internazionale d'arte contemporanea dedicata ai sette vizi capitali, a cura dell'associazione Spazio-Tempo Arte di San Giorgio a Cremano (Napoli). Le mostre si sono tenute nei locali di Villa Vannucchi dal 2010 al 2013; Accidia si è tenuta dal 25 giugno al 17 luglio 2011.

Marco Palasciano innanzi a Conditio Palasciani, al vernissage di Accidia.
Foto di Paolo Russo.

Sulla genesi di Conditio Palasciani, e in particolare sul perché del titolo, scrive ancora Palasciano:
La stanzetta del pisciforme, il quale m'ha evocato finora un vescovo nel suo studio, è sempre stata la mia preferita. Se poi l'artista ha scelto di dedicarmi il derivato olio su tela, è stato forse anche per questo; ma certo soprattutto perché, scitur, se c'è un peccato mio caratteristico, esso non può esser altro che l'essere accidioso. Sul quale tema inoltre avevo tenuto al Maestro Maisto una microconferenza allorché, per esser egli certo d'aver scelto l'immagine giusta, prima di procedere alla pittura m'aveva chiesto (19 marzo 2011) di descrivergli con la maggior precisione possibile la fenomenologia dell'accidia.
Il 25 dicembre 2016 Angelo Maisto ha fatto dono dell'opera a Marco Palasciano.

16 giugno 2011

Le strade e le storie di Capua. Dialogo didascalico in otto quadri dove i vivi parlano coi morti

Le strade e le storie di Capua. Dialogo didascalico in otto quadri dove i vivi parlano coi morti è un testo teatrale di Marco Palasciano, parte in versi liberi e parte in endecasillabi e settenari, scritto nel 2005 (a partire da un'idea di Giuseppe Bellone) su commissione dell'Associazione culturale Architempo.

L'opera è stata originariamente concepita per essere messa in scena negli spazi reali della città di Capua, seguendo un determinato percorso, indicato nel sommario stesso (cliccare sulle foto per ingrandirle):

I
Vita di Pier delle Vigne nel racconto di lui medesimo
(presso i resti dell’Arco trionfale di Federico II di Svevia)

Pier delle Vigne interpretato
da Michele Tarallo,
24 maggio 2009.
Foto di Alessandro Santulli.

II
Gli arcivescovi di Capua Nikolaus von Schönberg 
e Roberto Bellarmino nel racconto di Pulcinella
(in piazza Bellarmino)

Pulcinella interpretato
da Luigi Credendino,
10 settembre 2005.
Foto di Mario Nardiello.

III
Le origini di Capua antica e longobarda e le distruzioni
dell’841 e del 1943 nel racconto del vescovo Landolfo
(presso la Cattedrale)

Il vescovo Landolfo interpretato
da Roberto Solofria,
10 settembre 2005.
Foto di Mario Nardiello.

IV
La disfida di Barletta e le sorti dei Fieramosca
nel racconto di Ettore e Porzia
(nel cortile di Palazzo Fieramosca)

Ettore e Porzia Fieramosca
interpretati da Maurizio Azzurro
e Roberta Sandias, 24 maggio 2009.
Foto di Alessandro Santulli.

V
I musicisti capuani del Sette-Ottocento
nel racconto di Giuseppe Martucci
(presso la sua casa natale in via Monte dei Pegni)

Giuseppe Martucci interpretato
da Angelo Callipo, 24 maggio 2009.
Foto di Alessandro Santulli.

VI
Il sacco del 1501 nel racconto di tre donne

Tre donne del 1501 interpretate
da Ilaria Trapani, Brunella Cappiello
e Grazia Liguori, 24 maggio 2009.
Foto di Alessandro Santulli.

VII
Vita di Ferdinando Palasciano nel racconto di lui medesimo

Ferdinando Palasciano
interpretato da Antonio Vitale,
24 maggio 2009.
Foto di Alessandro Santulli.

VIII
L’ambiente poetico, filosofico e teatrale della Capua
cinque-secentesca nel racconto di Camillo Pellegrino
(nel cortile di Palazzo Antignano)

Camillo Pellegrino interpretato da
Luigi Narducci, 10 settembre 2005.
Foto di Mario Nardiello.

Date note di nascita e/o di morte dei personaggi:
● Landolfo †879
Pier delle Vigne 1190 ca.-1249
Ettore Fieramosca 1476?-1515
● Porzia Fieramosca †1550
Camillo Pellegrino 1527-1603
● Pulcinella n. 1609 (anno in cui Silvio Fiorillo ne inaugura la maschera)
Ferdinando Palasciano 1815-1891
Giuseppe Martucci 1856-1909
Nikolaus von Schönberg (1472-1537),
arcivescovo di Capua dal 1520 al 1536.
Le anime di questi e d'altri tre personaggi esemplari, un anonimo trio di nobildonne scampate al sacco del 1501 per essere portate a Roma come schiave del Valentino, «appaiono ai visitatori parlando di sé e d'altre anime, a fornire un panorama completo dell'universo storico capuano», dichiarava Palasciano (in un comunicato stampa di Architempo), «inserendo dati anche poco noti come la tesi per cui Pier delle Vigne non si sarebbe suicidato, o l'incredibile coincidenza per cui due arcivescovi di Capua scrissero l'uno a Copernico e l'altro a Foscarini due lettere», l'una la più filocopernicana possibile e l'altra la più anticopernicana, «che hanno segnato la storia della scienza». Copernico riporta la lettera di Schönberg nella prefazione del De revolutionibus orbium cœlestium, ma fino al 2005 probabilmente nessun capuano se n'era accorto.

(Gli argomenti trattati nel quadro di Pulcinella rimandano implicitamente alla campagna avviata dall'Accademia Palasciania, tre anni prima, per far intitolare una piazza di Capua a Giordano Bruno.)

Marco Palasciano (al centro, in lenti e berretto; quelli che dal berretto
sembrano uscire a mo' di coda di cavallo sono, in realtà, i capelli d'una
signora sullo sfondo) assiste alla prima rappresentazione di Le strade
e le storie di Capua
, 10 settembre 2005. Foto di Mario Nardiello.

A partire dal 2005, Architempo ha prodotto una lunga serie di rappresentazioni (almeno una o due all'anno) del testo palascianesco, sotto il titolo apocrifo I percorsi della memoria o Percorsi della memoria, una prima volta in versione integrale e successivamente con tagli, talvolta seguendo il percorso originario e talaltra concentrando in un unico spazio tutti i quadri da inscenare. Quando lo spettacolo si tiene in forma itinerante, il pubblico è accompagnato da una guida la quale, oltre a dar la spiega dei monumenti incrociati dal percorso, interagisce coi personaggi dei quadri palascianeschi recitando le battute a lei assegnate dal testo.

L'evento è stato spesso inserito all'interno di macroeventi: Da Annibale a Garibaldi (2005-2006), Piazze d'Italia (2007), Capua il luogo della lingua (2009-2011) ecc. (Sulla «kermesse glottotopica» del 2009 vedi nel blog dell'Accademia Palasciania il divertente post Nemo propheta in Capua, patria linguæ.)

Prima rappresentazione dell'opera, quadro VI. Foto di Mario Nardiello.

La prima regia fu di Roberto Solofria, della compagnia Mutamenti. Il debutto avvenne la mattina di sabato 10 settembre 2005, con replica il giorno successivo.

(Poche settimane dopo, vi fu già il primo «tentativo d'imitazione» di cui si abbia notizia, con l'attore Jury Monaco in Capua nella storia. Viaggio con i personaggi storici capuani, spettacolo itinerante andato in scena il 6 dicembre 2005.)

Tra gli attori diretti nel 2005 da Solofria ricordiamo Luigi Credendino, per la sua insuperata interpretazione di Pulcinella; l'intenso trio del quadro VI, Brunella Cappiello, Grazia Liguori e Ilaria Trapani; e Michele Tarallo, un parimenti struggente Pier delle Vigne, che inoltre dirigerà Le strade e le storie di Capua nel 2007.

Nel 2006, per «carenza di personale», era toccato a Palasciano stesso dirigere la messinscena. Dal 2009 la regia sarà di Maurizio Azzurro, della compagnia La Mansarda.

Una locandina del 2009.

Articoli online su Le strade e le storie di Capua:
● Edgardo Bellini, A Capua si rilegge la storia, Teatro.org, 20 ottobre 2007

● Pia Di Donato, Da Annibale a Garibaldi. I percorsi della memoria, Casertamusica.com, 11 settembre 2005

● Mario Nardiello, I percorsi della memoria. Capua: una visita della città in otto quadri, Capuaonline.com, 10 settembre 2005
Il 13 gennaio 2007 il quadro I è stato pubblicato da «Nazione Indiana», dove ha ricevuto qualche critica negativa di troppo che ha spinto Palasciano a commentare: «Perché disprezzar tanto un testino che esplicitamente si presenta come didascalico (vedi sottotitolo)? è teatro da strada per le masse; andava fatto così, né diversamente si poteva». Ovvero, in versi:
Ahimè, misero testarello mio,
testicolino mio,
testugginino rugginoso e fino,
che giudici spietati ti titillano!

Forse era il caso che ti postillassi
col dire che eri testo per le masse,
di turisti, anche bimbi;
che una guida guidava per le strade,
e gli attori apparivano e era storia.
Proprio per la sua natura d'opera «per le masse», infine, Le strade e le storie di Capua non è destinato alla pubblicazione nel canone definitivo delle opere palascianesche.

12 giugno 2011

Dono dell'Amicarium

Il Dono dell'Amicarium è l'oggetto materiale regalato da Marco Palasciano ai «vincitori» dell'annuale Premio dell'Amicarium.

Tale regalo consiste regolarmente, dalla X edizione del Premio in avanti, in opuscoli in cui sono stampate vecchie o nuove opere letterarie di Marco Palasciano inedite. In alcuni casi si è trattato di opere scritte appositamente per essere regalate in occasione del Premio dell'Amicarium (massimo esempio del genere è la Hypnerotomachia Palasciani).

Copie di tali opuscoli possono essere distribuite, oltreché ai «vincitori» dell'anno, anche ad altri personaggi, a prescindere dalla posizione di essi in classifica, purché tali copie siano di minor pregio, cioè fornite di copertina bianca anziché colorata.

(In proposito: alla Festa del XVI Premio dell'Amicarium, un ospite – folle di gelosia – rubò la copia d'uno dei «vincitori», mal tollerando l'idea di doversi contentare d'una dalla copertina bianca. Qualche giorno più tardi, torchiato, confessò.)

Fino al 1998 si sono avuti anche regali consistenti in piccole opere d'arte, e per il 1997 anche un gioco da tavola, sempre realizzati da Palasciano con le proprie mani (l'unica volta in cui non s'è trattato d'opere progettate da lui è stata quella del 1993).

Dal 1996 al 2000 il regalo di turno è stato accompagnato da un opuscolo detto Almanacco dell'Amicarium, o similmente, contenente le classifiche dell'Amicarium e altri testi eventuali. Poi, aboliti gli almanacchi, le classifiche si sono incorporate negli opuscoli regalo.

Elenco dei regali per annata (1990-2014) e per edizione del Premio (I-XXV), con tra parentesi il numero dei premiati, omesso se è 10 (numero che diventa norma dalla XVI edizione in avanti):
1990
I. Calze della Befana ricavate da campioni di stoffa e stipate di dolcetti (7)

1991
II. Coppe in pasta di sale dorate e decorate con materiali vari, in dieci diversi formati

1992
III. Agende contenenti il racconto Fjodor Fog e l'orribile segreto del dottor Stradivarius, parodia di «Dylan Dog» avente per personaggi gli amici stessi, 1993 (7 «di serie A» + 7 «di serie B»)
Katsu Kimura, Booox, 1991, copertina.

1993
IV. Scatole in sette diversi formati, ritagliate da Booox di Katsu Kimura (7)

1994
V. Poesie scelte da Viaggi e oltraggi del professor Coppelius, prima versione di L'insectarium dei burattini, 1995 (7 amici «d'oro» + 7 «d'argento» + 7 «di bronzo» + 7 «di rame» + 7 «di ferro» + 7 «di stagnola» + 7 «di carta»)

1995
VI. Medaglioni solari in pasta di sale (7)
I sette medaglioni del VI Premio dell'Amicarium. Cliccare per ingrandire.
1996
VII. Amuleti a foggia di serpenti acciambellati in pasta di sale, in tre diversi formati, più l'almanacco Befanarium 1997 [ovvero] La Sublime Classifica d'Amore. Amici e conoscenti di Marco Palasciano accuratamente catalogati in ordine di virtù (7 «primi» + 7 «secondi» + 7 «terzi»)

1997
VIII. Il Novissimo Giuoco dei Tre Dadi dell'Apocalisse, gioco da tavola inventato per l'occasione, più l'Almanacco 1998 del Settebello epifanico (7)

1998
IX. Tempere su sughero, su vari soggetti, più l'Almanacco 1999 dell'Amicarium contenente la fiaba Lo cunto de li punti avente per personaggi gli amici stessi, 1999 (7)

1999
X. Planetarium, dieci poesie ispirate dagli amici stessi, 2000, più l'Almanacco 2000 dell'Amicarium, contenente tra l'altro la poesia Prologo

2000
XI. Souvenir del mio Duemila. Piccola antologia di documenti *.doc, testi d'occasione e frammenti vari (frammento dall'incompiuto Fabularium. Favole, fabuloidi alla gaddiana, apologhi, novelle, bei resposi e alquanti fiori di parlare e assempri di bestiario distillati dal diario del 2000; un'odicina per il compleanno di Angela Siniscalchi; frammento da Planetarium; Manifesto del poeta filosofo e delle puttane trionfanti; frammento da Non-capi e poeti contro il robottismo: piccola collezione di  non-citazioni da regalare a un giovane non-rivoluzionario per il suo compleanno; frammento da una Lettera all'eccellentissimo Signore Carmine Urciuli; una lettera apocrifa di Carlo Sini ad Anedo Torbidoni; frammento da una lettera ad Angela B.; frammento dal diario, 17-27 agosto 2000; un'odicina per l'onomastico di Rosa Viscardi), 2000, più l'Enciclopedia 2001 dell'Amicarium (7)

2001
XII. Paradigmo ovvero Hypnerotomachia Palasciani dove si fotografa un istante tra due ere, 2002

2002
XIII. Un Amleto di ritagli e di pezze, 1998, versione ridotta

2003
XIV. Appunti per un compendio di storia universale, altro titolo per Un compendio di storia universale, 1992 (15)

2004
XV. Omegon (uariatsioni s'un tema) ovvero Uomo tra uomini sa e t'insegna ovvero Un sonetto e i suoi anagrammi, prima versione di Storia di un umanesimo negato ovvero Un sonetto ed i suoi anagrammi, 2002 (7)

2005
XVI. Antologia del trentennale poetico, ventidue poesie, 1976-2005

2006
XVII. Sestina e altre poesie del 2006 (Il gatto rosso, traduzione da Guglielmo IX d'Aquitania; Dialoghetto tra un principe e un filosofo; sestina I; un frammento da Tra forti e pianoforti), 2006

2007
XVIII. Sonetto e altri testi del 2007 (sonetto «L'Alta Poesia, il fiore luminoso»; sestina II; [Sonata.] Analogo in versi da un quartetto di Marco Palumbo per clarinetto, fagotto, violino e pianoforte; Paralipomeni lauretani a «Prove tecniche di romanzo storico»), 2007

2008
XIX. Ipersonetto de' mesi, 2008

2009
XX. La Musa Futurista e «O futuro, o futuro!», 2009

2010
XXI. Qui cogli e ammiri segni divini. Quindici meravigliosi enigmi, giochi enigmistici, 2010

2011
XXII. Due poesie dendrosintetiche, 2002-2011

2012
XXIII. Mentre l'Eurasia esplode, 2010

2013
XXIV. Oggi ritmi! Gli oroscopi anagrammatici, 2012-2013

2014
XXV. Filastrocche cretine di prima mattina e altre poesie del 2014 indegne del mio genio, 2014

2015
XXVI. Tragedia cretina del principe Smerdi e altre filastrocche del 2015 da aggiungere a quelle del 2014, 2015

2016
XXVII. Sonetti, pseudosonetti e altre poesie del 2016, 2016
Copertina di Qui cogli e ammiri segni divini.

11 giugno 2011

Amicarium

Il latinismo amicarium [amiˈkarjum] indica un catalogo o collezione d'amici (così come un lapidarium è un catalogo o collezione di minerali, e un herbarium lo è d'erbe, e un bestiarium lo è d'animali). Maiuscolato, Amicarium vale a dire «l'amicarium di Marco Palasciano», quindi può assumere a seconda del contesto uno dei seguenti significati:

(1) l'insieme di tutti gli amici e conoscenti viventi di Marco Palasciano (con l'esclusione dei prepubescenti, dei consanguinei fino al settimo grado e dei nemici conclamati, nonché, fino al 2014, di coloro che Palasciano percepiva come troppo adulti);

(2) il catalogo ragionato dei suddetti personaggi;

(3) una loro classifica in base ai rispettivi punteggi conseguiti nel Gioco dell'Amicarium (per es.: «Amicarium» può indicare la classifica cumulativa, «Amicarium 2010» la classifica relativa al solo anno 2010).

Il termine Amicarium compare per la prima volta nel Befanarium 1997. La sublime classifica d'amore (vedi Dono dell'Amicarium).

La versione più semplice dell'Amicarium come catalogo consiste in un foglio di calcolo che intabella i nomi e i punteggi dei personaggi in gioco. La versione più complessa fu una piccola Enciclopedia dell'Amicarium, di 40 pagine, stampata nel 2001.

Un censimento completo è praticamente irrealizzabile: allorché si tratti di tutti gli innumerevoli personaggi con cui Palasciano abbia interagito una sola volta nella vita e ai quali abbia conferito un punteggio minimo (comunque registrato negli annuali quaderni segnapunti), egli per non appesantire la suddetta tabella tende a non inserirli in essa finché con detti personaggi non abbia vissuto una quantità sufficiente di nuove interazioni; e se li aveva inseriti, ed è trascorso da allora un numero considerevole d'anni senza alcun incremento di punteggio, tende a cancellarli. Attualmente (gennaio 2019) nella tabella dell'Amicarium sono catalogate oltre 2300 persone.

All'Amicarium è dedicata l'annuale Festa dell'Amicarium.

Gioco dell'Amicarium

Il Gioco dell'Amicarium è di per sé un solitario consistente nell'assegnazione da parte di Marco Palasciano, giorno per giorno, d'un determinato numero di punti a ciascuna persona catalogata nell'Amicarium con la quale egli nel corso della giornata abbia vissuto un'interazione positiva (e purché in quel momento essa fosse capace d'intendere e di volere). Il punteggio così assegnato pretende d'essere direttamente proporzionale al valore di tale interazione in termini d'energia profusa, gratuità del contributo e autenticità del significato affettivo.

Su come Palasciano assegni i punti vedi storia dei metodi per l'assegnazione dei punti dell'Amicarium (qui).

Alcuni vedono nel Gioco dell'Amicarium non un suo solitario, bensì una vera e propria gara, e ove lo spirito agonistico li pungoli cercano di mettersi nelle condizioni di guadagnare più punti possibile, allo scopo di scalare la classifica.

La classifica annuale del Gioco dell'Amicarium è relativa ai punti totalizzati da ciascuno tra il 1° gennaio e il 31 dicembre dell'anno considerato, e può anche indicarsi con «Amicarium» + anno (es.: «Antimo Puca è stato il n. 1 dell'Amicarium 2005»).

La classifica cumulativa, che può anche indicarsi con «Amicarium» senz'alcuna apposizione o «Amicarium 1993-» + ultimo anno compiuto (es.: «Rosa Viscardi è il n. 4 dell'Amicarium 1993-2010»), è relativa ai punti totalizzati da ciascuno in tutta la vita, a partire dal primo giorno per il quale siano disponibili punteggi del Gioco dell'Amicarium (attualmente il 1° gennaio 1993; ma, teoricamente, mediante l'analisi del diario di Marco Palasciano potrebbero ricavarsi anche i punteggi del novennio 1984-1992, almeno per le annate non troppo lacunose quanto a copertura diaristica).

Ai personaggi occupanti le più alte posizioni della classifica annuale del Gioco dell'Amicarium viene assegnato il Premio dell'Amicarium, la cui consegna ufficiale avviene nel corso dell'annuale Festa dell'Amicarium.

Porzione superiore della tabella in cui sono sistemati i dati dell'Amicarium.
I cognomi sono qui sfocati in ossequio alla privacy. Nella colonna «Dat»
è indicato l'anno d'entrata di ciascuno nel Gioco. Cliccare per ingrandire.

Premio dell'Amicarium

Con la locuzione «Premio dell'Amicarium» si indica, principalmente, il Gioco dell'Amicarium visto secondo un'ottica particolare: non più come un solitario giocato da Marco Palasciano (quale esso è di fatto), bensì come una competizione annuale (quale esso è idealmente – sebbene nell'ottica d'alcuni tale Gioco sia una competizione anche di fatto) cui si ritrovano a partecipare, consapevolmente o meno, tutti i personaggi dell'Amicarium.

Per es.: «XXI Premio dell'Amicarium» vale a indicare l'edizione d'un tale pseudoconcorso relativa all'anno 2010. La prima edizione, infatti, risale al 1990 (sebbene prima del 1993 non esistessero classifiche a punti ma solo classifiche «a occhio»).

Con la locuzione «Premio dell'Amicarium» si suole anche indicare, più di rado, l'oggetto materiale regalato da Marco Palasciano in premio ai «vincitori» dell'anno, cioè ai personaggi occupanti le prime posizioni (dieci o, in passato, anche sette o un multiplo di sette; ma quindici per il 2003) della classifica annuale dell'Amicarium. Tale regalo è detto però più spesso «Dono dell'Amicarium».

storia dei metodi per l'assegnazione dei punti dell'Amicarium

Dal 1993 a oggi si sono susseguiti cinque metodi per l'assegnazione di punti giornalieri alla singola persona:
● 1993: da 1 a 4 punti.

● 1994-2002: in una scala da 1 a 10 punti erano contemplate tutte le azioni possibili, sia materiali sia morali; i punti relativi alle diverse azioni compiute in un’unica giornata erano sommabili tra loro, purché appartenenti a diverse tipologie (per es.: mille abbracci d'una stessa persona valevano quanto un unico abbraccio).

● 2003: 1 punto o niente.

● 2004-2010: 1 o 2 punti in caso di interazione alta (2 + 1/3 se alta «cum laude»), o, in caso d'interazione bassa, 2/3 o 1/3 o 1/6 o 1/12 di punto.

● Dal 2011: da 1 a 28 punti (stesso sistema del 2004-2010 ma con tutto moltiplicato per 12).
Tutti i punteggi 1993-2010 sono stati convertiti al sistema attuale.

Inoltre, allo scopo di rendere «piú aderente alla realtà» la classifica cumulativa, alla fine del 2009 si mostrò necessario correggere i punteggi 2003-2008, considerato che a partire dal 2007 l’attribuzione punti era divenuta sempre piú severa, il che aveva comportato una certa deflazione.

Infine la classifica risulta corretta come segue:

● I punti originari del 1993 si trovano moltiplicati per 3.
● I punti originari del 1994-2002 si trovano moltiplicati per 0,57.
● I punti originari del 2003 si trovano moltiplicati per 5.
● I punti originari del 2004-2006 si trovano moltiplicati per 4.
● I punti originari del 2007 si trovano moltiplicati per 6.
● I punti originari del 2008 si trovano moltiplicati per 9.
● I punti originari del 2009-2010 si trovano moltiplicati per 12.

9 giugno 2011

grandezza dell'uomo

Sul tema della grandezza dell'uomo, Marco Palasciano in un passo del suo testo per la conferenza Il cielo stellato dentro di noi (30 novembre 2009) ha dato forma definitiva a un pensiero sviluppatosi nei primi cinque post (11-16 dicembre 2007) del dialogo tra Hamlet da Hamelin (Palasciano stesso) e Scafandro (un suo alter ego) nella discussione Intorno all'uomo aperta nel Cantiere filosofico, una sottosezione del forum Prove tecniche di episteme.

Questo il passo del 2009 (sùbito prima del quale era stata data lettura del sonetto iniziale di Storia di un umanesimo negato):
L'universo. L'universo, se ci pensate, è interamente contenuto nella nostra mente, cosí come noi siamo contenuti nell’universo. Ho qui un mio vecchio appunto sulla grandezza della mente umana (ma naturalmente, se io fossi nato scarafaggio, avrei parlato della grandezza della mente scarafaggia, sempreché gli scarafaggi abbiano una mente di questo tipo e non un computerino limitato al mangia-caca-figlia-e-muori).

«Guardando lo splendore e la magnificenza delle chiese medievali o barocche, e/o ascoltando la musica mirabile dei cori e delle orchestre atte a cantare il Natale e la gloria dei Celesti, è naturale provare una certa commossa esaltazione.

Ma in me è tale non da spingermi alla credenza in questa o quella confessione, bensì all’ammirazione della mente umana, capace di tanta arte e d’inventarsi concetti da celebrare così alti, incluso un Dio dell’universo.

Ma ci si rende conto di quanto è grande l’uomo? (Cioè, di quanto può essere grande.)

Quanto? esattamente, direi, l’uomo è grande quanto l’universo che lo contiene, e che è contenuto nella sua mente. In una sorta di effetto Droste, che si trova ad esempio in tante opere di Escher, o effetto matrioska. Apri l’uomo e dentro ci trovi il mondo, e dentro il mondo è l’uomo. Ad infinitum.

Questo ricorda la Bottiglia di Klein, il cui interno e il cui esterno coincidono; così come coincidono le “due” facce del Nastro di Möbius».
Sullo stesso tema Palasciano usa notare come non abbia senso adoperare contro l'esaltazione delle potenzialità umane (come l'adoperano i predicatori dell'umiltà autoflagellatoria, del memento mori, del pulvis est e simili malvedenti) l'argomento della piccolezza fisica dell'uomo o della Terra stessa rispetto all'universo o all'infinito: le dimensioni fisiche sono, in realtà, un parametro assolutamente irrilevante nel discorso sui valori spirituali. A tal proposito vedi materia/spirito.

Cantiere filosofico

Cantiere filosofico è una sezione del Laboratorio euristico online dell'Accademia Palasciania, a sua volta una sezione del forum Prove tecniche di episteme (un relitto dell'epoca in cui l'Euristica Accademia Palasciania non si era ancora scissa in Accademia Palasciania e Istituto Palascianiano per gli Studi Euristici).

Questa la descrizione in alto nella pagina base di Cantiere filosofico:
Qui l'Accademia Palasciania lancia o rilancia domande filosofiche, tesi politico-sociali, dogmi etico-estetici provvisori ecc. per confronti fecondi di sviluppi il cui fine ultimo è, idealmente, la composizione di una nuova episteme atta a produrre un mutamento antropologico epocale. O quantomeno, aiutate M.P. a sistemare la sua visione filosofica!
Accanto a tale descrizione si trova un'illustrazione, in cui compare un volto (quello di Antimo Puca) con aggiunto un mandàla sulla fronte, a rappresentazione ideale del nascere d'un pensiero.

L'illustrazione nella pagina base
di Cantiere filosofico.

Tra le discussioni aperte nel Cantiere, le cinque a meglio svilupparsi sono state:

Il ruolo del filosofo nella società contemporanea, con una piccola antologia di definizioni dello scopo della filosofia

Perché c'è l'essere invece del nulla? E perché ci poniamo questa domanda?

Intorno all'uomo (vedi grandezza dell'uomo)

Sulla «verità» o «falsità» di teorie antagoniste

«Ragazza figa». L'etica davanti alla strumentalizzazione della bellezza, ovvero: La pubblicità è di per sé peggiore della pornografia, tanto per cominciare

Cadde nel vuoto, invece, il pur interessante avvio di discussione su Lo stato intermedio tra l'essere e il nulla.

Tra gli interlocutori di Marco Palasciano (Hamlet da Hamelin) c'erano, fruttiferi sopra gli altri, Anedo Torbidoni (Annodato) e Daniele Ventre (Outisemeuzontos).

Trattazioni divise per materia

Trattazioni divise per materia è una sottosezione del forum Prove tecniche di episteme, articolata nelle seguenti 24 sotto-sottosezioni (da intendersi struttura circolare, dove dopo la XXIV torna la I):
1. Filosofia
2. Letteratura
3. Musica
4. Arti sceniche
5. Sport
6. Giochi vari
7. Matematica e scienze esatte
8. Informatica
9. Telecomunicazioni e mass media
10. Cinema
11. Fotografia
12. Belle arti
13. Artigianato e bricolage
14. Ingegneria e prodotti industriali
15. Medicina e benessere
16. Enogastronomia
17. Natura
18. Eros e affettività
19. Sogno e meandri psichici
20. Antropologia e archeologia
21. Storia
22. Politica ed economia
23. Diritto e crimine
24. Religioni e scienze occulte
Le icone utilizzate nel forum per
rappresentare le 24 materie di
Trattazioni divise per materia.
Cliccare per ingrandire.

Inoltre uno schemino ebbro di puro furore strutturale, posto in testa alla pagina base di Trattazioni divise per materia, suggerisce che le materie si prendano a tre a tre a comporre una sequenza d'otto sopramaterie:
1-3. Testi letterario-filosofici e musica
4-6. Gioco e spettacolo
7-9. Gestione dei dati
10-12. Arte vincolata alla visione
13-15. Tecnica utile
16-18. Natura e piaceri naturali
19-21. Culture e subcosciente
22-24. Gestione delle risorse e pseudoconoscenza
Quindi le sintetizza in quattro:
1-6. Filosofia e pratiche ludico-artistiche non vincolate alla visione
7-12. Gestione dei dati e arte vincolata alla visione
13-18. Natura e comfort
19-24. Società e irrazionalità dalla preistoria a oggi
Quindi in due:
1-12. Arte e conoscenza
13-24. Sopravvivenza e memoria
Quindi in una:
1-24. Vita
Schemino assai arbitrario, e ormai abiurato.

Nella suddetta pagina l'icona utilizzata per rappresentare la quarta materia, Arti sceniche, è una foto di scena dello spettacolo Le strade e le storie di Capua; e l'icona utilizzata per rappresentare la diciannovesima materia, Sogno e meandri psichici, è una foto in cui compare a figura intera Antimo Puca rannicchiato tra le radici d'un albero.

L'icona utilizzata per rappresentare
Sogno e meandri psichici
.

Prove tecniche di episteme ovvero Il forum dell'Accademia Palasciania

Prove tecniche di episteme ovvero Il forum dell'Accademia Palasciania (episteme.forumcommunity.net) è stato fondato il 14 settembre 2006.

Giace ormai in istato di semiabbandono, essendo mantenuto in vita al solo fine di evitarne la cancellazione automatica e la conseguente perdita dei materiali in esso raccolti dal 2006 al 2008. A rendere obsoleto il forum è stata la fondazione del blog dell'Accademia Palasciania.

Le due pricipali sezioni del forum sono Il patrimonio culturale palascianiano (con tre sottosezioni: una su Ferdinando Palasciano, mai sviluppata a dovere; un'altra su Marco Palasciano e l'Accademia Palasciania, provvista tra l'altro d'una sitografia sull'uno e d'una sitografia sull'altra, incomplete; e un'ultima sottosezione – Amicarium – sugli amici di Marco Palasciano) e il Laboratorio euristico online dell'Accademia Palasciania (con due sottosezioni: un Cantiere filosofico [vedi qui] e una Scuola di scrittura, aerei iniziati a rullare ma mai decollati).

Un'ulteriore sezione, Il mondo fuori del laboratorio, ha come sottosezioni principali Trattazioni divise per materia (vedi qui) e Trattazioni divise per scenario (8 scenari concentrici: Capua, Liburia, Campania, Italia, Europa, Globo, Sistema solare, Universo).

Il logo del forum è la scritta «PROVE TECNICHE DI EPISTEME», dove per amor di ludolinguistica alcune lettere sono leggermente spostate in alto, altre in basso: talché, prese di séguito esse sole, formano un'altra scritta: «RECITE POETICHE».

Il logo del forum.

Il cielo stellato dentro di noi. Dall’astronomia all’astrologia, dalla filosofia alla religione, dall’immaginazione alla follia

Il cielo stellato dentro di noi. Dall’astronomia all’astrologia, dalla filosofia alla religione, dall’immaginazione alla follia, lezione-spettacolo tenuta da Marco Palasciano il 30 novembre 2009, è stata la nona e ultima performance di Il laboratorio musicale di Marco Palasciano, quarta edizione di Toccata e fuga. Incontri musicali intorno a un pianoforte in transito.

Il cielo stellato dentro di noi rappresenta l'anello di congiunzione fra Toccata e fuga (2003-2009) e i corsi di filosofia palascianiana (iniziati nel 2010), essendo stata la prima lezione-spettacolo di Palasciano (non contando le lecturæ Dantis, né gli altri eventi strettamente letterari, né gli interventi in eventi collettanei). Gran lezione-spettacolo sugli astri era, appunto, il titolo del post del blog dell'Accademia Palasciania in cui era annunciato Il cielo stellato dentro di noi, che vi veniva così descritto:
Il titolo dell’evento motteggia il motto di Kant «Il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me». Palasciano intratterrà il pubblico su temi ora scientifici ora fantastici, come il significato attribuito dall’astrologia ai diversi corpi celesti, sui quali si proiettano le caratteristiche dei principali dèi dell’antichità; e ogni dio era in origine null’altro che metafora di una delle componenti della condizione umana, artificio poetico poi trasformatosi in credenza. Si parlerà anche di lunatici e viaggi sulla luna, della scoperta del pianeta di re Giorgio e del declassamento di Plutone, di astrofilia e astrofobia e altro ancora.
Il testo di Il cielo stellato dentro di noi, tra l'altro, riciclava alcune parti del palascianesco Discorso sopra lo stato presente del mito nella letteratura italiana tenuto a Napoli poco più d'un mese prima, e dava forma definitiva a un pensiero del 2007 sulla grandezza dell'uomo. Si trattò anche della storia dell'Accademia Palasciania, trovandosi alla chiusa delle celebrazioni per il suo decennale. Vi furono inoltre alcune letture dedicate alle ricorrenze – rispettivamente – della nascita di Ippolito Nievo, della morte di Fernando Pessoa, della nascita di Jonathan Swift, della nascita di Mark Twain e della morte di Oscar Wilde, dei quali Marco Palasciano declamò brani connessi alla notte e agli astri, insieme con cinque brani suoi e uno d'Immanuel Kant:

● Nievo, Le confessioni d'un italiano, cap. IX, framm.
● Palasciano, Pulcinella e l'orribile segreto del dottor Tavuorgius, framm.
● Palasciano, Le strade e le storie di Capua. Dialogo didascalico in otto quadri dove i vivi parlano coi morti, quadro II. Gli arcivescovi di Capua Nicholas Schönberg e Roberto Bellarmino nel racconto di Pulcinella, framm.
● Pessoa, Ode alla notte
● Kant, Critica della ragion pratica, conclusione, framm.
● Palasciano, Giove, da Planetarium
● Palasciano, sonetto da Storia di un umanesimo negato ovvero Un sonetto ed i suoi anagrammi
● Twain, Una curiosa escursione di piacere, framm.
● Swift, I viaggi di Gulliver, parte III, cap. III, framm.
● Wilde, Salomè, framm.
● Palasciano, Ferragosto e le gioie della specola, framm.

Locandina della conferenza (in verità quella affissa per
Capua in una decina di copie recava, al posto della foto
di Palasciano tra le stelle, un'altra illustrazione: una
testa di manichino con un'apertura nel cranio attraverso
la quale si vedeva un cielo stellato, contenuto nel cranio
stesso in luogo del cervello; illustrazione altrui, pescata
via motore di ricerca, e per il cui utilizzo non si sapeva
come chiedere l'autorizzazione). Cliccare per ingrandire.

La lezione-spettacolo si concluse con la declamazione d'un sonetto genetliaco dedicato a Domenico Callipo, Segretario onorario dell'Accademia Palasciania, pure del quale quel giorno ricorreva l'anniversario (il XXX) della nascita; dopodiché i palascianisti possibilitati lasciarono Palazzo Fazio e andarono a far festa in osteria. Nel sonetto, che per curiosità qui riproduciamo, Palasciano paradossalmente si scusava di non aver il tempo di scrivere un sonetto, e fingeva di non sapere se quel giorno si sarebbero visti (quando in realtà Callipo aveva il sicuro incarico d'aiutarlo a montare dal vivo, innanzi agli spettatori, un modello cartaceo del sistema solare):
Ahimè, se avessi il tempo d’un sonetto!
ma non l’ho, e me ne struggo e me ne strazio;
tutto son preso dal profondo spazio,
dagli astri, dal convegno che s’è detto;

tempo non ho nemmeno d’un versetto
che dica quanto in cuore ti ringrazio
di come a tanto Amleto fai da Orazio,
Càllipo callipigio e callidétto.

E piú mi fa doler che il compleanno
sia di tal peso; ché son trenta ormai
gli autunni ch’oggi a compimento vanno,

e oggi chissà se ti vedrò e gli auguri
far di persona ti potrò. Potrai
mai perdornarmi? Ahimè, che giorni duri!

8 giugno 2011

blog

I blog relativi a Marco Palasciano e al palascianesimo sono attualmente tre. In ordine cronologico di fondazione:
[Il blog dell']Accademia Palasciania (palasciania.splinder.com, poi palasciania.blogspot.com), fondato il 1° gennaio 2009. Tra l'altro si fregia d'essere, fino a prova contraria, «Il primo blog al mondo che ha per titoli dei suoi post solamente endecasillabi». Vi si tratta di tutto ciò che riguarda l'Accademia Palasciania, e talvolta anche d'argomenti estranei alla sua storia ma sui quali l'Accademia ritiene di dover esprimere un'opinione ufficiale. In passato vi si è trattato, inoltre, delle personali avventure di Marco Palasciano, fino alla fondazione di Il blog di Marco Palasciano, il quale blog da allora svolge tale funzione in esclusiva.

Il blog di Marco Palasciano (palasciano.blogspot.com), fondato il 12 marzo 2011 (benché il suo primo post sia del 14 marzo). Qui Palasciano parla in prima persona di sé e delle sue avventure, mentre di lui si parla solo in terza persona nella Palascianopedia e nel blog dell'Accademia Palasciania; in quest'ultimo inoltre si tende a escludere il resoconto delle avventure che Palasciano non abbia vissute in veste di presidente dell'Accademia.

Palascianopedia (palascianopedia.blogspot.com), fondata il 27 maggio 2011. Non un vero e proprio blog bensì, come esplicitava il suo sottotitolo originario, una Piccola enciclopedia online in progress finalizzata alla raccolta, alla sistemazione e all'integrazione di tutti i dati sparsi nel web su Marco Palasciano e il palascianesimo, a partire da quelli del blog dell'Accademia Palasciania, a tal uopo analizzati sistematicamente a partire dal primo post. Col tempo la Palascianopedia ingloberà in sé tutti i dati utili degli altri siti palascianiani, riunendoli in sistema cristallino, per la felicità degli studiosi. (Ma intanto, ohibò, già poco tempo dopo la sua apertura ha preso a procedere assai a rilento!)
Oltre i tre suddetti è esistito, fino alla morte di Splinder, un quarto blog, fermatosi non appena l'ente cui faceva riferimento è stato riaccorpato all'Accademia Palasciania:
[Il blog dell']Istituto Palascianiano per gli Studi Euristici (studi.splinder.com), fondato il 21 ottobre 2010. Vi si trattava di tutto ciò che riguardava l'IPSE, e talvolta anche d'argomenti estranei alla sua storia ma sui quali l'IPSE riteneva di dover esprimere un'opinione ufficiale; nonché, fino alla fondazione di Il blog di Marco Palasciano, della parte delle avventure di Marco Palasciano rientrante nell'àmbito scientifico-tecnologico. Nell'ultimo post, risalente al 19 luglio 2011, si dichiarava che il blog era «destinato probabilmente a essere smantellato e riciclato», cioè a trasformarsi in un blog dedicato a qualch'altro argomento. Infine i suoi post sono stati riversati all'interno del blog dell'Accademia Palasciania e opportunamente modificati, e amen.
Oltre ai blog, esiste tuttora un forum palascianiano.

Il laboratorio musicale di Marco Palasciano

La quarta edizione di Toccata e fuga. Incontri musicali intorno a un pianoforte in transito, intitolata Il laboratorio musicale di Marco Palasciano, è consistita in nove performance (otto concerti pianistici e una lezione-spettacolo) tenute da Marco Palasciano nella sala convegni di Palazzo Fazio (messo a disposizione da Capuanova e Il Pendolo) tutti i lunedì sera e i martedì pomeriggio del mese di novembre 2009, a «degna conclusione» delle celebrazioni per il X anniversario della fondazione dell'Accademia Palasciania e, nel contempo, a inaugurazione della formula del festival-laboratorio palascianiano, misto di divulgazione scientifico-filosofica e di performance artistiche e ludiche, con tanto di coinvolgimento del pubblico.

In ricordo del laboratorio, a tutti i partecipanti fu fatto omaggio di copie dell'antologia di poesie palascianesche Ventidue frammenti dal canzoniere in progress.

Queste le nove puntate:
1. Ottavi di finale, parte I
2. Ottavi di finale, parte II
3. Ottavi di finale, parte III
4. Ottavi di finale, parte IV
5. Quarti di finale, parte I
6. Quarti di finale, parte II
7. Semifinali
8. Finale
9. Il cielo stellato dentro di noi. Dall’astronomia all’astrologia, dalla filosofia alla religione, dall’immaginazione alla follia
Gli otto concerti erano organizzati a modo d'un torneo, con in gioco sedici argomenti. Sedici biglietti erano custoditi in un'urna dalla quale di volta in volta, nel corso dei primi quattro concerti, uno spettatore estraeva un biglietto a caso, per consegnarlo al pianista senza leggerlo; il pianista leggeva il biglietto in disparte, quindi improvvisava una sonata in uno o più tempi, ispirandosi all'argomento descritto nel biglietto. Al termine della sonata il pubblico doveva indovinare da quale argomento essa fosse stata ispirata. Dopo una seconda estrazione e conseguente sonata, il pubblico eleggeva la migliore tra le due sonate. Toccava quindi a due nuovi argomenti, da cui un nuovo duello musicale.

Nell'intervallo tra il primo e il secondo duello di ciascun concerto, il pianista si trasformava momentaneamente in attore, per commemorare con discorsi e letture uno o più autori di cui quel giorno fosse l'anniversario di nascita o di morte (con l'eccezione di Alda Merini, morta meno di trenta ore prima della sua commemorazione da parte di Palasciano).

Al termine della quarta puntata, si era giunti a eliminare metà degli argomenti in gioco. Sempre in ordine dettato dal caso e dall'urna, i restanti otto argomenti si sfidarono tra loro nei successivi due concerti, riducendosi a quattro, che nel settimo concerto si ridussero a due. Nell'ottavo concerto duellarono prima i due argomenti sconfitti alle semifinali, per assegnare a uno di essi il terzo posto, quindi i due argomenti finalisti.

Nella prima colonna: i 16 argomenti. Nelle successive: esiti
degli ottavi di finale, dei quarti, delle semifinali, della finale.
Cliccare per ingrandire.

Sull'argomento trionfatore, come da regolamento, fu organizzata la lezione-spettacolo atta a chiudere l'evento.

Nel corso degli otto concerti, intanto, oltre a improvvisare le trentadue sonate «duellanti» Palasciano aveva sonato varie improvvisazioni aggiuntive, ispirate ad argomenti proposti dagli spettatori.

La prima delle locandine realizzate dall'Accademia
in collaborazione con le Librerie Uthòpia, che gliele
fornirono quasi gratis. Cliccare per ingrandire.

1. Ottavi di finale, parte I (2 novembre): primo duello: sonata I. La vita come circo, più o meno felliniano contro sonata II. Patrie e migranti (vince); sonata III. Il trionfo dello spirito umano nell’unione di scienza e poesia contro sonata IV. Gli animali (vince). Improvvisazioni aggiuntive: La scuola; Paura; Sogno. Intervallo dedicato alla ricorrenza della morte di Pier Paolo Pasolini e alla recentissima morte di Alda Merini:
● Pasolini, Carne e cielo
● Pasolini, «Mi alzo con le palpebre infuocate»
● Merini, «Sono caduta in un profondo tranello»
● Merini, Alda Merini
● Merini, «Cessato è finalmente questo inferno»

2. Ottavi di finale, parte II (3 novembre): primo duello: sonata V. L’artista di genio e il suo mondo contro sonata VI. Guerra: marce, battaglie, deflagrazione, desolazione (vince); secondo duello: sonata VII. Streghe, tra incantesimi e sabba contro sonata VIII. Amori angelicati, o anche un po’ sensuali (vince). Improvvisazioni aggiuntive: Eros; Psicoanalisi. Intervallo dedicato alla ricorrenza della nascita di Vincenzo Bellini:
Felice Romani, «Casta diva», dal libretto di Norma

La seconda locandina, da una foto di Giulio Finotti
(2008) che ritrae Palasciano al pianoforte di casa.
Cliccare per ingrandire.

Un calligramma di Apollinaire,
contenuto in La piccola auto.
Cliccare per ingrandire.
3. Ottavi di finale, parte III (9 novembre): primo duello: sonata IX. L'«Inferno» di Dante contro sonata X. Inutilità e danno della religione, con particolare riferimento alla storia del cristianesimo (vince); secondo duello: sonata XI. Rovine di età antiche, con la loro aura mitica contro sonata XII. Notturno con stelle e luna e osservazione dei pianeti (vince). Improvvisazioni aggiuntive: La pizza; Un paesaggio di colline; Swing; Cioccolata calda; Un gabbiano; Il Giappone; Uno scrittore. Intervallo dedicato alla ricorrenza della morte di Guillaume Apollinaire:
● Apollinaire, La piccola auto

Palasciano al pianoforte durante il quarto concerto. Foto di Nadia Marino.
Cliccare per ingrandire.

4. Ottavi di finale, parte IV (10 novembre): primo duello: sonata XIII. Un cuore semplice (vince) contro sonata XIV. Psicopatologia della violenza; secondo duello: sonata XV. Napoli (vince) contro sonata XVI. L'oceano. Improvvisazioni aggiuntive: Viaggio; Rimbaud; La sigaretta. Intervallo dedicato alla ricorrenza della morte di Arthur Rimbaud:
● Rimbaud, I poveri in chiesa
● Rimbaud, Sole e carne

La terza locandina, da una foto di Nadia Marino.
Cliccare per ingrandire.

5. Quarti di finale, parte I (16 novembre): primo duello: sonata XVII. Amori angelicati, o anche un po’ sensuali n. 2 (vince) contro sonata XVIII. Gli animali n. 2; secondo duello: sonata XIX. Napoli n. 2 contro sonata XX. Notturno con stelle e luna e osservazione dei pianeti n. 2 (vince). Improvvisazioni aggiuntive: Tragedia; Fantascienza; Sogno n. 2; Ricordi; Rovine; Un giardino; Una piazza; Una ragazza brasiliana; Reinvenzione di un notturno di Chopin; L'emergere dell'egocentrismo nella società; e fors'anche qualc'altra (il concerto durò oltre due ore, a causa dell'entusiasmo degli spettatori). Intervallo dedicato alla ricorrenza della nascita di José Saramago:
● Saramago, Memoriale del convento, cap. V, framm.

6. Quarti di finale, parte II (17 novembre): primo duello: sonata XXI. Patrie e migranti n. 2 contro sonata XXII. Un cuore semplice n. 2 (vince); secondo duello: sonata XXIII. Guerra: marce, battaglie, deflagrazione, desolazione n. 2 contro sonata XXIV. Inutilità e danno della religione, con particolare riferimento alla storia del cristianesimo n. 2 (vince). Improvvisazioni aggiuntive: «La Città del Sole» di Tommaso Campanella; inoltre, come resocontò un post del blog dell'Accademia Palasciania,
varie altre pièce, senza argomento, sono state improvvisate dal pianista mentre lo scelto pubblico s'attardava in una viepiù appassionata discussione (stimolata dagli input musicali precedenti, e più in generale dalla figura artistica e spirituale di Marco Palasciano e sua Accademia circostante, tanto in controtendenza – notavano quell'anime gentili – rispetto alla dominante cultura massificata, obliosa, miope, pelliculare e lucrocentrica), discussione sulla decadenza e speranze di rinascita della civiltà occidentale e in particolar modo dell'ager capuanus. La coda del concerto s'è insomma trasformata in una sessione di piano-bar senza bar; e il concerto è durato, nel complesso, all'incirca tre ore.
Intervallo dedicato alla ricorrenza della morte di Annibal Caro:
● Caro, trad. dell'Eneide di Virgilio, lib. I, 1-139

7. Semifinali (23 novembre): primo duello: sonata XXV. Un cuore semplice n. 3 contro sonata XXVI. Inutilità e danno della religione, con particolare riferimento alla storia del cristianesimo n. 3 (vince); secondo duello: sonata XXVII. Notturno con stelle e luna e osservazione dei pianeti n. 3 (vince) contro sonata XXVIII. Amori angelicati, o anche un po’ sensuali n. 3. Improvvisazioni aggiuntive: Acqua; Un'esplosione di rabbia repressa; Pinocchio; Una notte d'inverno; Paura n. 2; Un pianista di fronte a una sala che resta deserta. Inoltre Palasciano ha narrato di quando compose al pianoforte la sua primissima pièce musicale, del 1981, e l'ha eseguita. Intervallo dedicato alla ricorrenza della nascita di Paul Célan:
● Célan, «Nei fiumi a nord del futuro»
● Célan, «Attraverso le rapide»
● Célan, «Con alterna chiave»
● Célan, Corona
● Célan, Stretta, framm.
● Célan, Porto, framm.
● Célan, Fuga della morte

8. Finali (24 novembre): primo duello: sonata XXIX. Amori angelicati, o anche un po’ sensuali n. 4 contro sonata XXX. Inutilità e danno della religione, con particolare riferimento alla storia del cristianesimo n. 4 (vince); secondo duello: sonata XXXI. Un cuore semplice n. 4 contro sonata XXXII. Notturno con stelle e luna e osservazione dei pianeti n. 4 (vince). Improvvisazioni aggiuntive: nessuna. Intervallo dedicato alla ricorrenza della nascita di Carlo Collodi:
● Collodi, Le avventure di Pinocchio, cap. XXIII e principio del XXIV contaminati da Palasciano con frammenti da Dante (in ispecie Inf. XVII-XVIII) e in minor misura Catullo, Leopardi, Poe, Shakespeare (Amleto e Re Lear), Valéry ecc. nonché da opere musicali e da un dizionario di botanica; il testo così rielaborato è leggibile per intero qui.

9. Il cielo stellato dentro di noi. Dall’astronomia all’astrologia, dalla filosofia alla religione, dall’immaginazione alla follia (30 novembre): vedi voce a parte.

7 giugno 2011

euristica [sost.] | euristico [agg.]

L'euristica [euˈristika] è un metodo d'indagine scientifica o filosofica, fondamentalmente asistematico, basato sull'intuizione, sull'ispirazione poetica, sul gusto personale, sull'umore momentaneo, sul gioco e finanche sulla pura alea.

L'aggettivo euristico vale «relativo all'euristica».

6 giugno 2011

Stupor mundi

La terza edizione di Toccata e fuga. Incontri musicali intorno a un pianoforte in transito, intitolata Stupor mundi ['stupor 'mundi], è consistita in quattro concerti pianistici tenuti da Marco Palasciano nella sala Federiciana del Museo Campano dal 25 novembre al 4 dicembre 2007.

Sala Federiciana, Museo Campano, Capua.

Questi i concerti:
1. Un'anima e il mondo
2. La meraviglia perduta
3. Alla corte di Federico II
4. Nel tempio delle Muse
Il programma di ciascun concerto prevedeva due momenti musicali di circa venticinque minuti l'uno, intervallati da una lettura di testi poetici e teatrali da parte dello stesso Palasciano; il quale al pianoforte non avrebbe eseguito altro che improvvisazioni, traendo spunto per esse da una prefissata serie d'argomenti, legati al luogo stesso in cui si trovava il pianoforte e ai reperti attornianti lo strumento: frammenti del perduto Arco trionfale fatto erigere a Capua dall'imperatore Federico II di Svevia, tra i quali un busto di Pier delle Vigne.

Il titolo Stupor mundi, appellativo di Federico II, autoironicamente allude all'idea che il pianista dovesse anch'egli suscitare «lo stupore del mondo», per il fatto – nello specifico – d'essere un totale autodidatta in musica e sapere dar vita, tuttavia, a quegli «stupendi» concerti.

Busto di Pier delle Vigne, sala Fridericiana.

1. Un'anima e il mondo (25 novembre): l'«anima» è quella di Pier delle Vigne; il «mondo» quello di corte, che per invidia causò la sua rovina. Letture nell'intervallo:
● Dante, Inferno XIII 1-78
● Marco Palasciano, Le strade e le storie di Capua. Dialogo didascalico in otto quadri dove i vivi parlano coi morti, quadro I. Vita di Pier delle Vigne nel racconto di lui medesimo

2. La meraviglia perduta (27 novembre): vale a dire l'Arco trionfale di Federico II. Letture nell'intervallo:
● Marco Palasciano, Tra forti e pianoforti. Tre nuovi quadri storico-didascalici capuani, dove i morti credono d'esser vivi, quadro I. L'architetto Ambrogio Attendolo mostra al figlio il Castello di Carlo V e la visita dell'imperatore, scena I
● Marco Palasciano, cit., scena II
● Marco Palasciano, cit., scena III, framm.

3. Alla corte di Federico II (30 novembre): i poeti della corte imperiale siciliana. Letture nell'intervallo:
Giacomo da Lentini, «Meravigliosamente»
Rinaldo d'Aquino, «Un oseletto che parla d'amore»
● Pier delle Vigne, «Amore, in cui disio ed ò speranza»
● Pier delle Vigne, «Amando con fin core e co speranza», framm.

4. Nel tempio delle Muse (4 dicembre): cioè nel Museo. Lettura nell'intervallo:
● Marco Palasciano, Le strade e le storie di Capua. Dialogo didascalico in otto quadri dove i vivi parlano coi morti, quadro VIII. L'ambiente poetico, filosofico e teatrale della Capua cinque-secentesca nel racconto di Camillo Pellegrino, framm.

L'Arco trionfale di Federico II a Capua
in un disegno conservato nella sala Federiciana.

3 giugno 2011

I dieci mondi dell'umano spirito

La seconda edizione di Toccata e fuga. Incontri musicali intorno a un pianoforte in transito, intitolata I dieci mondi dell'umano spirito, è consistita in cinque concerti pianistici tenuti da Marco Palasciano nella sala Liani del Museo Campano dall'8 novembre al 4 dicembre 2005 (all'epoca la comunità scientifica ancora considerava ufficialmente Plutone un pianeta; altrimenti Palasciano lo avrebbe probabilmente sostituito con la Terra, intesa come ricettacolo del mondo infero).

Questi i concerti:
1. Marte|Venere
2. Mercurio|Nettuno
3. Urano|Plutone
4. Giove|Saturno
5. Sole|Luna
Di concerto in concerto, Palasciano non avrebbe eseguito altro che improvvisazioni, traendo spunto per esse (così come nel concerto del 2003 Nel salotto futurista dialogando con l’artista) dall'interazione con il pubblico in sala, tra un brano musicale e l'altro «conversando piacevolmente con gli spettatori alla maniera di J.S. Bach al Caffè Zimmermann». Così dichiaravano i vari programmi di sala:
Alla musica potranno associarsi consone suggestioni letterarie, storiche, del quotidiano ecc. proponibili sia dal pubblico sia dall’Accademia.
L'importante era che si restasse sui temi basilari di ciascuna puntata. Lo spunto generale dell'evento erano i pianeti moralizzati della mitologia astrologica (si pensi anche a I pianeti di Gustav Holst), trattare dei quali voleva essere un modo di «esaurire» nell’arco dei cinque appuntamenti «la rappresentazione del cielo mentale umano». Palasciano avrebbe trattato dei pianeti per coppie oppositive, secondo lo schema della ruota assiologica palascianiana nella versione dell'epoca (per la precisione una ruota esperienziale), dedicando un concerto a ciascuna coppia. A ciascun pianeta si sarebbero associati dieci temi base, da intendersi complementari – uno per uno – ai dieci temi base del pianeta complementare:

Marte|Venere:
ego|altro, potere|amore, violenza|tenerezza, rabbia|mitezza, odio|sorriso, urlo|canto, armi|fiori, barriere|ponti, oppressione|comunione, conflitto|pace
Mercurio|Nettuno:
logica|follia, informazione|nonsense, calcolo|caso, burocrazia|fantasia, economia|gioco, dodecafonia|danza, razionalismo|religione, macchine|magia, mnemotecnica|droghe, realtà|sogno
(Si confronti con la Ruota di cinque anni più tardi, e si noterà come «burocrazia|fantasia» preannunci «Burocrazia|Arte», «economia|gioco» preannunci «Mercato e politica|Gioco», e «macchine|magia» preannunci «Tecnica|Magia».)
Urano|Plutone:
cultura|natura, libertà|necessità, filosofia|paura, scienza|fame, arte|escrementi, genio|genitali, educatori|madri, esploratori|Cerbero, stelle|caverne, hybris|innocenza
Giove|Saturno:
vitalità|morte, felicità|malinconia, giovinezza|vecchiaia, erotismo|ascetismo, divertimento|fatica, comicità|pianto, robustezza|malattia, enogastronomia|carestia, lusso|povertà, palazzi|carceri
Sole|Luna:
azione|contemplazione, esternazione|introiezione, colori|chiaroscuro, fuoco|ghiaccio, giorno|notte, maschile|femminile, Marte|Venere, Giove|Saturno, Mercurio|Nettuno, Urano|Plutone
(Si confronti con la Hypnerotomachia Palasciani d'un anno e mezzo prima, e si noterà come «colori|chiaroscuro» discenda dalla scenografia del Sole e della Luna onirici.)
Insomma Plutone rappresentava il mondo dell'animalità, Marte il mondo della violenza, Saturno il mondo del dolore, Mercurio il mondo della logica, Urano il mondo del progresso, Venere il mondo dell'amore, Giove il mondo del piacere, Nettuno il mondo dell'irrazionale.

La sintesi finale dei dieci mondi (o loro «coincidentia oppositorum») non era altro che l'uomo, e l'elemento che gli si opponeva dialetticamente – filosofava l'ultimo programma di sala – è l’inconoscibile (con ciò intendendo che la specie umana sarebbe essenzialmente gnoseocentrica).

(A proposito di complementarità: casualmente nella sala che ospitava l'evento, intitolata al pittore settecentesco Francesco Liani, in diversi quadri dello stesso si trovava effigiato un Messia dalle vesti per metà rosse e per metà azzurre, tali probabilmente a simboleggiare la complementarità del mondo ctonio e del mondo uranio; nel punto medio fra i quali – a dire di Ficino – si situa giusto l'uomo, «copula mundi».)

Manifesto di I dieci mondi dell'umano spirito. Più sotto, nel corpo del testo, per
ogni concerto è riportata l'immagine del rispettivo programma di sala; cliccatele
per ingrandirle e seguire l'evoluzione dello schema in cui erano sistemati i mondi.

1. Marte | Venere (8 novembre): improvvisazioni «marziali» (temi: ego, potere, violenza, rabbia, odio, urlo, armi, barriere, oppressione, conflitto ecc.) alternate con improvvisazioni «veneree» (temi: altro, amore, tenerezza, mitezza, sorriso, canto, fiori, ponti, comunione, pace ecc.). Furono improvvisati dodici brani, sopra i seguenti spunti:

Marte:
● Acredini, inciuci e ipocrisie nella piazza di Capua, con finale speranza di restaurazione morale
● Il bombardamento di Capua del 1943 e la successiva contemplazione delle rovine
● Il combattimento di Achille ed Ettore
● Una litigata tra due vasciaiole
Marcia
Venere:
● Ninna nanna
● Un amore felice che dissolve il tedium vitæ
● Sulla poesia Antimateria
● Una dedica amicale (probabilmente a uno degli amici presenti)
● L'amore paterno
Paolo e Francesca
Marte e Venere insieme:
● Un amore tormentato à la Werther
● San Francesco e il lupo
● Un pianista che suona, giovani che rumoreggiano sul fondo della sala, e un signore di mezza età che esprime il suo disdoro (pièce suggerita dal signore medesimo)
● L'amore innevato di Edward «mani di forbice» e la turba inferocita che invade il maniero
Il concerto sarebbe dovuto durare un'ora, ma l'entusiasmo del pubblico fece sì che si protraesse per circa due ore, fino all'ora di chiusura del Museo Campano.

2. Mercurio | Nettuno (15 novembre): improvvisazioni «mercuriali» (temi: logica, informazione, calcolo, burocrazia, economia, dodecafonia, razionalismo, macchine, mnemotecnica, realtà ecc.) alternate con improvvisazioni «nettuniane» (temi: follia, nonsense, caso, fantasia, gioco, danza, religione, magia, droghe, sogno ecc.). Furono improvvisati quindici brani, sopra i seguenti spunti:

Mercurio:
● Un mondo di robot
● Una mattinata tra i burocrati
● Un labirinto
● La vita arida di un razionalista
● Una concatenazione di varie serie dodecafoniche
Nettuno:
● Carnevale
● Una beghina
● L’isola dei lotofagi
● L’estasi di santa Teresa
● Chopin drogato
● La fiaba di Cappuccetto Rosso
● L’emergere di una psicopatia
Alice all’inseguimento del Coniglio Bianco
Mercurio e Nettuno insieme:
● Una casalinga di fronte al nulla dell’esistenza
Sade che tenta di organizzare una recita nel manicomio di Charenton
3. Urano | Plutone (22 novembre): improvvisazioni «uranie» (temi: cultura, libertà, filosofia, scienza, arte, genio, educatori, esploratori, stelle, hybris ecc.) alternate con improvvisazioni «ctonie» (temi: natura, necessità, paura, fame, escrementi, genitali, madri, Cerbero, caverne, innocenza ecc.). Propedeuticamente al concerto, gli spettatori sono stati portati a visitare la sala delle Matres Matutæ, «suggestione indispensabile per entrare nella sfera plutonica, legata alla visceralità ctonia dei misteri della nascita e della morte». Non ci è giunto l'elenco dei brani improvvisati, ma solo degli spunti suggeriti dal programma di sala: «per Urano: monologo di Ulisse dal canto XXVI dell'Inferno, utopie, astronavi, biblioteche, Giordano Bruno ecc.; per Plutone: Matres Matutæ, Eden, biologia ecc.; per Urano e Plutone insieme: Gargantua e Pantagruel, sagre della primavera, scienziati nazisti ecc.». Una delle improvvisazioni realizzate era sicuramente ispirata al monologo di Ulisse.

La più antica delle Matres conservate al Museo.

4. Giove | Saturno (29 novembre): improvvisazioni «gioviali» (temi: vitalità, felicità, giovinezza, erotismo, divertimento, comicità, robustezza, enogastronomia, lusso, palazzi ecc.) alternate con improvvisazioni «saturnine» (temi: morte, malinconia, vecchiaia, ascetismo, fatica, pianto, malattia, carestia, povertà, carceri ecc.). Non ci è giunto l'elenco dei brani improvvisati, ma solo degli spunti suggeriti dal programma di sala: «per Giove: Reggia di Caserta, Salomè, Trionfo di Bacco e Arianna di Lorenzo il Magnifico, Olimpiadi antiche, pizza ecc.; per Saturno: peste del 1348, Giacomo Leopardi, depressione ecc.; per Giove e Saturno insieme: Il controdolore di Palazzeschi ecc.».

5. Sole | Luna (4 dicembre): improvvisazioni «solari» (temi: azione, esternazione, colori, fuoco, giorno, maschile, Marte, Giove, Mercurio, Urano ecc.) alternate con improvvisazioni «lunari» (temi: contemplazione, introiezione, chiaroscuro, ghiaccio, notte, femminile, Venere, Saturno, Nettuno, Plutone ecc.). Durante il concerto Palasciano diede tra l'altro lettura dei versi conclusivi del Paradiso di Dante, e recitò a memoria il monologo di Ulisse dal canto XXVI dell'Inferno. Furono improvvisati dodici brani: quello iniziale senza spunto, giusto per scaldarsi le mani, e i successivi sopra i seguenti spunti (tra cui, a richiesta del pubblico, quattro già usati nei concerti precedenti, ma derivandone improvvisazioni nuove):

Sole:
● Una dedica al miglior amico
● La visione di Dio da parte di Dante
Luna:
● Pensieri di un soggetto melanconico
● Fantasia su Alla luna di Leopardi
● Una foresta di folletti e d'altre misteriose creature
● La Regina delle Nevi nel suo remoto castello
● Una dedica a Melania Barone
Altri mondi:
● Una litigata tra due vasciaiole (Marte)
● Il bombardamento di Capua del 1943 e la successiva contemplazione delle rovine (Marte)
● Un mondo di robot (Mercurio)
● Gli eventi narrati da Ulisse nel canto XXVI dell’Inferno di Dante (Urano)